Luigi Boccherini nacque a Lucca il 19 febbraio 1743. Apprese i rudimenti musicali in giovane età dal padre Leopoldo, noto cantore e contrabbassista attivo presso la Cappella Palatina. Successivamente studiò violoncello e composizione con l’abate Vannucci, maestro di cappella al Seminario di Lucca. Nel 1757 trascorse un breve periodo a Roma, dove studiò violoncello con Giovanni Battista Costanzi, maestro di Cappella di S. Pietro. Tra il 1757 e il 1764 si recò in varie occasioni a Vienna, dove fece parte dell’orchestra del Teatro Imperiale e iniziò la sua carriera come compositore: nel 1760 scrisse i sei Trii per due violini e violoncello obbligato op. 1 (stampati nel 1767 come op. 2), nel 1761 i sei Quartetti per due violini, viola e violoncello op. 2 (pubblicati nel 1767 come op. 1) e le sei Sonate per due violini op. 3 (date alle stampe nel 1769 come op. 5). Il 27 aprile 1764 Boccherini fu nominato primo violoncello della Cappella Palatina di Lucca. Nel 1765, grazie a un congedo provvisorio, lasciò nuovamente la sua città natale per trasferirsi a Milano, dove entrò a far parte come professore di violoncello all’orchestra di Giovanni Battista Sanmartini, una delle più note dell’epoca. È probabile che in questo periodo compose il Concerto a grande orchestra per il violoncello in mi bemolle maggiore. Rientrato a Lucca, sul finire del 1765 gli fu commissionata la composizione della prima parte della cantata La confederazione dei Sabini con Roma, da eseguirsi in occasione della prima giornata delle “Tasche”, celebre festa cittadina. Nello stesso periodo compose gli oratori Il Gioas re di Giuda e Il Giuseppe riconosciuto, su testi di Pietro Metastasio, eseguiti nella Chiesa di S. Maria di Corteorlandini.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1766, Boccherini raggiunse a Genova il violinista e amico Filippo Manfredi, con il quale fece una serie di concerti nell’Italia settentrionale e in Francia che riscosse molto successo. A Parigi, in particolare, si esibì al Concert Spirituel e nella Salle des Suisses alle Tuileries, conobbe vari musicisti e compositori e pubblicò la maggior parte le sue opere. Nella capitale francese, inoltre, compose le sei Sonate per clavicembalo e violino op. 5, pubblicate nel 1769.
Grazie all’interesse dell’ambasciatore spagnolo alla corte francese, nel 1768 Boccherini si trasferì a Madrid. Presso la corte spagnola compose nel 1769 i sei Trii per due violini e violoncello op. 6 (pubblicati nel 1771 come op. 9), dedicati al principe Carlo, il Concerto grande a più stromenti obbligati op. 7 (stampato nel 1770) e i sei Quartetti op. 8 (pubblicati nel 1769 come op. 6), in omaggio all’infante don Luis di Spagna (fratello di Carlo III). Al servizio di quest’ultimo, a partire dal novembre 1770 Boccherini fu assunto come compositore. Nel 1771 compose i sei Quintetti op. 11 (pubblicati nel 1775 come op. 13), il sesto dei quali, intitolato L’uccelliera, fu ispirato dalle attività campestri di corte. Trasferitosi con il suo protettore al castello di Las Arenas, Boccherini nel 1781 compose lo Stabat Mater op. 61 (la prima versione per soprano) e nel 1783 i Villancicos (canzoni popolari a quattro voci e orchestra per il Natale).
Per circa un decennio, dal 1787 al 1797, probabilmente su suggerimento dei fratelli Pietro e Luigi Dupont ambedue violoncellisti alla corte di Prussia, Boccherini inviò una grande quantità di musica da camera (trii, quartetti e quintetti) a Federico II, il quale nel 1787 lo nominò “compositore di camera del re di Prussia”. Nello stesso periodo, iniziò anche la sua collaborazione al servizio della duchessa di Benavente-Osuna, Maria Josefa Alonso Pimentel, che lo assunse come direttore della sua orchestra, composta da sedici musicisti. Per la duchessa, compose nel 1786 una zarzuela (operetta in due atti tipica della tradizione spagnola), su testo di Ramon de la Cruz, intitolata La Clementina, i sei Quintetti op. 36, i tre Quintetti op. 39 (1787) e i dieci Minuetti ballabili op. 41 (1788). Morto il re di Prussia nel 1797, Boccherini perse la sua pensione iniziò ad avere problemi economici. Il suo ultimo mecenate, il marchese di Benavente, appassionato di chitarra, gli commissionò numerosi quartetti per chitarra e archi, oltre alla Sinfonia concertante n. 30. Nel 1799 Luciano Bonaparte, ambasciatore di Francia, giunse a Madrid; Boccherini gli dedicò i suoi ultimi lavori: 12 quintetti per archi e 2 quartetti. Dopo la partenza di Bonaparte, il compositore cadde in disgrazia, colpito da una grave malattia. Morì a Madrid il 28 maggio 1805.
Boccherini è considerato uno dei massimi esponenti della musica strumentale italiana del secondo Settecento. La sua vastissima produzione musicale comprende oltre 500 opere di ogni genere, di cui una grande quantità è dedicata al repertorio da camera: sinfonie, concerti, trii per archi e per pianoforte, violino e violoncello, quartetti per archi, quintetti, sonate, etc. Il suo stile, caratterizzato da una spiccata invenzione tematica e grande ricchezza melodica, è stato determinante per il moderno stile sinfonico e sonatistico. Boccherini fu, inoltre, tra i primi compositori a adottare la chitarra tra gli strumenti da camera.
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Luigi Boccherini nacque a Lucca il 19 febbraio 1743. Apprese i rudimenti musicali in giovane età dal padre Leopoldo, noto cantore e contrabbassista attivo presso la Cappella Palatina. Successivamente studiò violoncello e composizione con l’abate Vannucci, maestro di cappella al Seminario di Lucca. Nel 1757 trascorse un breve periodo a Roma, dove studiò violoncello con Giovanni Battista Costanzi, maestro di Cappella di S. Pietro. Tra il 1757 e il 1764 si recò in varie occasioni a Vienna, dove fece parte dell’orchestra del Teatro Imperiale e iniziò la sua carriera come compositore: nel 1760 scrisse i sei Trii per due violini e violoncello obbligato op. 1 (stampati nel 1767 come op. 2), nel 1761 i sei Quartetti per due violini, viola e violoncello op. 2 (pubblicati nel 1767 come op. 1) e le sei Sonate per due violini op. 3 (date alle stampe nel 1769 come op. 5). Il 27 aprile 1764 Boccherini fu nominato primo violoncello della Cappella Palatina di Lucca. Nel 1765, grazie a un congedo provvisorio, lasciò nuovamente la sua città natale per trasferirsi a Milano, dove entrò a far parte come professore di violoncello all’orchestra di Giovanni Battista Sanmartini, una delle più note dell’epoca. È probabile che in questo periodo compose il Concerto a grande orchestra per il violoncello in mi bemolle maggiore. Rientrato a Lucca, sul finire del 1765 gli fu commissionata la composizione della prima parte della cantata La confederazione dei Sabini con Roma, da eseguirsi in occasione della prima giornata delle “Tasche”, celebre festa cittadina. Nello stesso periodo compose gli oratori Il Gioas re di Giuda e Il Giuseppe riconosciuto, su testi di Pietro Metastasio, eseguiti nella Chiesa di S. Maria di Corteorlandini.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1766, Boccherini raggiunse a Genova il violinista e amico Filippo Manfredi, con il quale fece una serie di concerti nell’Italia settentrionale e in Francia che riscosse molto successo. A Parigi, in particolare, si esibì al Concert Spirituel e nella Salle des Suisses alle Tuileries, conobbe vari musicisti e compositori e pubblicò la maggior parte le sue opere. Nella capitale francese, inoltre, compose le sei Sonate per clavicembalo e violino op. 5, pubblicate nel 1769.
Grazie all’interesse dell’ambasciatore spagnolo alla corte francese, nel 1768 Boccherini si trasferì a Madrid. Presso la corte spagnola compose nel 1769 i sei Trii per due violini e violoncello op. 6 (pubblicati nel 1771 come op. 9), dedicati al principe Carlo, il Concerto grande a più stromenti obbligati op. 7 (stampato nel 1770) e i sei Quartetti op. 8 (pubblicati nel 1769 come op. 6), in omaggio all’infante don Luis di Spagna (fratello di Carlo III). Al servizio di quest’ultimo, a partire dal novembre 1770 Boccherini fu assunto come compositore. Nel 1771 compose i sei Quintetti op. 11 (pubblicati nel 1775 come op. 13), il sesto dei quali, intitolato L’uccelliera, fu ispirato dalle attività campestri di corte. Trasferitosi con il suo protettore al castello di Las Arenas, Boccherini nel 1781 compose lo Stabat Mater op. 61 (la prima versione per soprano) e nel 1783 i Villancicos (canzoni popolari a quattro voci e orchestra per il Natale).
Per circa un decennio, dal 1787 al 1797, probabilmente su suggerimento dei fratelli Pietro e Luigi Dupont ambedue violoncellisti alla corte di Prussia, Boccherini inviò una grande quantità di musica da camera (trii, quartetti e quintetti) a Federico II, il quale nel 1787 lo nominò “compositore di camera del re di Prussia”. Nello stesso periodo, iniziò anche la sua collaborazione al servizio della duchessa di Benavente-Osuna, Maria Josefa Alonso Pimentel, che lo assunse come direttore della sua orchestra, composta da sedici musicisti. Per la duchessa, compose nel 1786 una zarzuela (operetta in due atti tipica della tradizione spagnola), su testo di Ramon de la Cruz, intitolata La Clementina, i sei Quintetti op. 36, i tre Quintetti op. 39 (1787) e i dieci Minuetti ballabili op. 41 (1788). Morto il re di Prussia nel 1797, Boccherini perse la sua pensione iniziò ad avere problemi economici. Il suo ultimo mecenate, il marchese di Benavente, appassionato di chitarra, gli commissionò numerosi quartetti per chitarra e archi, oltre alla Sinfonia concertante n. 30. Nel 1799 Luciano Bonaparte, ambasciatore di Francia, giunse a Madrid; Boccherini gli dedicò i suoi ultimi lavori: 12 quintetti per archi e 2 quartetti. Dopo la partenza di Bonaparte, il compositore cadde in disgrazia, colpito da una grave malattia. Morì a Madrid il 28 maggio 1805.
Boccherini è considerato uno dei massimi esponenti della musica strumentale italiana del secondo Settecento. La sua vastissima produzione musicale comprende oltre 500 opere di ogni genere, di cui una grande quantità è dedicata al repertorio da camera: sinfonie, concerti, trii per archi e per pianoforte, violino e violoncello, quartetti per archi, quintetti, sonate, etc. Il suo stile, caratterizzato da una spiccata invenzione tematica e grande ricchezza melodica, è stato determinante per il moderno stile sinfonico e sonatistico. Boccherini fu, inoltre, tra i primi compositori a adottare la chitarra tra gli strumenti da camera.
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Luigi Boccherini nacque a Lucca il 19 febbraio 1743. Apprese i rudimenti musicali in giovane età dal padre Leopoldo, noto cantore e contrabbassista attivo presso la Cappella Palatina. Successivamente studiò violoncello e composizione con l’abate Vannucci, maestro di cappella al Seminario di Lucca. Nel 1757 trascorse un breve periodo a Roma, dove studiò violoncello con Giovanni Battista Costanzi, maestro di Cappella di S. Pietro. Tra il 1757 e il 1764 si recò in varie occasioni a Vienna, dove fece parte dell’orchestra del Teatro Imperiale e iniziò la sua carriera come compositore: nel 1760 scrisse i sei Trii per due violini e violoncello obbligato op. 1 (stampati nel 1767 come op. 2), nel 1761 i sei Quartetti per due violini, viola e violoncello op. 2 (pubblicati nel 1767 come op. 1) e le sei Sonate per due violini op. 3 (date alle stampe nel 1769 come op. 5). Il 27 aprile 1764 Boccherini fu nominato primo violoncello della Cappella Palatina di Lucca. Nel 1765, grazie a un congedo provvisorio, lasciò nuovamente la sua città natale per trasferirsi a Milano, dove entrò a far parte come professore di violoncello all’orchestra di Giovanni Battista Sanmartini, una delle più note dell’epoca. È probabile che in questo periodo compose il Concerto a grande orchestra per il violoncello in mi bemolle maggiore. Rientrato a Lucca, sul finire del 1765 gli fu commissionata la composizione della prima parte della cantata La confederazione dei Sabini con Roma, da eseguirsi in occasione della prima giornata delle “Tasche”, celebre festa cittadina. Nello stesso periodo compose gli oratori Il Gioas re di Giuda e Il Giuseppe riconosciuto, su testi di Pietro Metastasio, eseguiti nella Chiesa di S. Maria di Corteorlandini.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1766, Boccherini raggiunse a Genova il violinista e amico Filippo Manfredi, con il quale fece una serie di concerti nell’Italia settentrionale e in Francia che riscosse molto successo. A Parigi, in particolare, si esibì al Concert Spirituel e nella Salle des Suisses alle Tuileries, conobbe vari musicisti e compositori e pubblicò la maggior parte le sue opere. Nella capitale francese, inoltre, compose le sei Sonate per clavicembalo e violino op. 5, pubblicate nel 1769.
Grazie all’interesse dell’ambasciatore spagnolo alla corte francese, nel 1768 Boccherini si trasferì a Madrid. Presso la corte spagnola compose nel 1769 i sei Trii per due violini e violoncello op. 6 (pubblicati nel 1771 come op. 9), dedicati al principe Carlo, il Concerto grande a più stromenti obbligati op. 7 (stampato nel 1770) e i sei Quartetti op. 8 (pubblicati nel 1769 come op. 6), in omaggio all’infante don Luis di Spagna (fratello di Carlo III). Al servizio di quest’ultimo, a partire dal novembre 1770 Boccherini fu assunto come compositore. Nel 1771 compose i sei Quintetti op. 11 (pubblicati nel 1775 come op. 13), il sesto dei quali, intitolato L’uccelliera, fu ispirato dalle attività campestri di corte. Trasferitosi con il suo protettore al castello di Las Arenas, Boccherini nel 1781 compose lo Stabat Mater op. 61 (la prima versione per soprano) e nel 1783 i Villancicos (canzoni popolari a quattro voci e orchestra per il Natale).
Per circa un decennio, dal 1787 al 1797, probabilmente su suggerimento dei fratelli Pietro e Luigi Dupont ambedue violoncellisti alla corte di Prussia, Boccherini inviò una grande quantità di musica da camera (trii, quartetti e quintetti) a Federico II, il quale nel 1787 lo nominò “compositore di camera del re di Prussia”. Nello stesso periodo, iniziò anche la sua collaborazione al servizio della duchessa di Benavente-Osuna, Maria Josefa Alonso Pimentel, che lo assunse come direttore della sua orchestra, composta da sedici musicisti. Per la duchessa, compose nel 1786 una zarzuela (operetta in due atti tipica della tradizione spagnola), su testo di Ramon de la Cruz, intitolata La Clementina, i sei Quintetti op. 36, i tre Quintetti op. 39 (1787) e i dieci Minuetti ballabili op. 41 (1788). Morto il re di Prussia nel 1797, Boccherini perse la sua pensione iniziò ad avere problemi economici. Il suo ultimo mecenate, il marchese di Benavente, appassionato di chitarra, gli commissionò numerosi quartetti per chitarra e archi, oltre alla Sinfonia concertante n. 30. Nel 1799 Luciano Bonaparte, ambasciatore di Francia, giunse a Madrid; Boccherini gli dedicò i suoi ultimi lavori: 12 quintetti per archi e 2 quartetti. Dopo la partenza di Bonaparte, il compositore cadde in disgrazia, colpito da una grave malattia. Morì a Madrid il 28 maggio 1805.
Boccherini è considerato uno dei massimi esponenti della musica strumentale italiana del secondo Settecento. La sua vastissima produzione musicale comprende oltre 500 opere di ogni genere, di cui una grande quantità è dedicata al repertorio da camera: sinfonie, concerti, trii per archi e per pianoforte, violino e violoncello, quartetti per archi, quintetti, sonate, etc. Il suo stile, caratterizzato da una spiccata invenzione tematica e grande ricchezza melodica, è stato determinante per il moderno stile sinfonico e sonatistico. Boccherini fu, inoltre, tra i primi compositori a adottare la chitarra tra gli strumenti da camera.
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