0%
SZ Sugar

Back

Carulli, Ferdinando
Prev Next

Ferdinando Carulli nacque a Napoli il 9 febbraio 1770 da una famiglia benestante. Si avvicinò alla musica studiando il violoncello con un sacerdote dilettante, per poi dedicarsi come autodidatta alla chitarra classica. Dopo un periodo trascorso a Livorno, dove nel 1801 nacque il figlio Gustavo, e probabilmente a Milano, dove intorno al 1807 pubblicò alcune opere per gli editori Ricordi, Re e Monzino, nel 1808 Carulli si trasferì definitivamente a Parigi con la moglie Marie-Joséphine Boyer. Nella capitale francese diede avvio a una feconda e incontrastata attività come compositore per chitarra, insegnante e concertista. In questo periodo, oltre alla pubblicazione di una vastissimo numero di brani per chitarra sola e per svariate combinazioni strumentali da camera, diede alle stampe il Metodo completo per chitarra  op. 27 (1810), opera didattica innovativa e punto di riferimento per intere generazioni di chitarristi, che godette di molteplici ristampe in tutta Europa. Fra i suoi allievi va menzionato il figlio Gustavo, il quale, dopo aver tentato la carriera come operista, divenne uno stimato insegnante di canto. La celebrità di Carulli e la sua posizione privilegiata nel contesto parigino, privo di chitarristi affermati a eccezione degli italiani Matteo Carcassi e Francesco Molino, iniziò a declinare solo a partire del 1823 con l’arrivo a Parigi di un’altra figura centrale per il repertorio chitarristico ottocentesco: Ferdinando Sor. Nell’ultima fase della carriera, a causa del cambio di gusto musicale e della presenza di nuovi artisti più giovani, Carulli si dedicò prevalentemente alla didattica. Nel 1826, in collaborazione con il produttore di strumenti René Lacote, brevettò anche un nuovo modello di chitarra a dieci corde chiamata dedacordo, riportata in auge nel XX secolo dal chitarrista Narciso Yepes. Carulli morì a Parigi il 17 febbraio 1841.

Il catalogo di Carulli annovera 366 componimenti, ai quali vanno aggiunte alcune decine di brani senza numero di opus. La sua produzione ha toccato tutti i principali generi legati allo strumento della chitarra: da composizioni per chitarra sola (come le Sonate op. 5 e op. 21; la Grand Sonata op. 16; Solo op. 20 e op. 76), a varie formazioni cameristiche (come i Trii op. 9 e 12, le Serenate per flauto e chitarra; la Grande Sonata op. 25 per due chitarre; numerosi duetti con pianoforte) fino a brani per chitarra e orchestra (come il Concerto op. 8 e op. 140 e il Doppio concerto con il flauto op. 8). Alcuni componimenti di Carulli sono legati a temi pastorali, mitologici e politici, come la Sonata sentimentale op. 33, La Paix, pièce historique op. 85, il divertimento La giraffe à Parigi op. 306 e La prize d’Alger op. 327. Compose anche numerose canzoni e arie per soprano e chitarra, legate alla tradizione belcantistica italiana. In ambito didattico, oltre al già citato metodo op. 27, scrisse vari trattati, tra cui L’utile et l’agréable op. 114 (1817), che contiene i famosi 24 Preludi, e la serie intitolata Un peu de tout op. 276 (1825). Va citato, infine, L’armonie appliquée à la guitare (1825).

Carulli fu uno dei primi compositori ed esecutori a rivelare le potenzialità della chitarra a sei corde in termini di espressività, timbro e virtuosismo, nonché uno dei principali artefici di quella popolarità riservata nella prima metà dell’Ottocento a questo strumento musicale. La sua musica mostra elementi presi in prestito dal repertorio pianistico e violinistico coevo, con passaggi virtuosi e tecnici innovativi rispetto alla tradizione chitarristica precedente. Le sue opere didattiche sono state un punto di riferimento ineludibile per le generazioni successive di chitarristi.

Vai a tutti gli eventi >>>

4 pubblicazioni in catalogo

Prev Next

Ferdinando Carulli nacque a Napoli il 9 febbraio 1770 da una famiglia benestante. Si avvicinò alla musica studiando il violoncello con un sacerdote dilettante, per poi dedicarsi come autodidatta alla chitarra classica. Dopo un periodo trascorso a Livorno, dove nel 1801 nacque il figlio Gustavo, e probabilmente a Milano, dove intorno al 1807 pubblicò alcune opere per gli editori Ricordi, Re e Monzino, nel 1808 Carulli si trasferì definitivamente a Parigi con la moglie Marie-Joséphine Boyer. Nella capitale francese diede avvio a una feconda e incontrastata attività come compositore per chitarra, insegnante e concertista. In questo periodo, oltre alla pubblicazione di una vastissimo numero di brani per chitarra sola e per svariate combinazioni strumentali da camera, diede alle stampe il Metodo completo per chitarra  op. 27 (1810), opera didattica innovativa e punto di riferimento per intere generazioni di chitarristi, che godette di molteplici ristampe in tutta Europa. Fra i suoi allievi va menzionato il figlio Gustavo, il quale, dopo aver tentato la carriera come operista, divenne uno stimato insegnante di canto. La celebrità di Carulli e la sua posizione privilegiata nel contesto parigino, privo di chitarristi affermati a eccezione degli italiani Matteo Carcassi e Francesco Molino, iniziò a declinare solo a partire del 1823 con l’arrivo a Parigi di un’altra figura centrale per il repertorio chitarristico ottocentesco: Ferdinando Sor. Nell’ultima fase della carriera, a causa del cambio di gusto musicale e della presenza di nuovi artisti più giovani, Carulli si dedicò prevalentemente alla didattica. Nel 1826, in collaborazione con il produttore di strumenti René Lacote, brevettò anche un nuovo modello di chitarra a dieci corde chiamata dedacordo, riportata in auge nel XX secolo dal chitarrista Narciso Yepes. Carulli morì a Parigi il 17 febbraio 1841.

Il catalogo di Carulli annovera 366 componimenti, ai quali vanno aggiunte alcune decine di brani senza numero di opus. La sua produzione ha toccato tutti i principali generi legati allo strumento della chitarra: da composizioni per chitarra sola (come le Sonate op. 5 e op. 21; la Grand Sonata op. 16; Solo op. 20 e op. 76), a varie formazioni cameristiche (come i Trii op. 9 e 12, le Serenate per flauto e chitarra; la Grande Sonata op. 25 per due chitarre; numerosi duetti con pianoforte) fino a brani per chitarra e orchestra (come il Concerto op. 8 e op. 140 e il Doppio concerto con il flauto op. 8). Alcuni componimenti di Carulli sono legati a temi pastorali, mitologici e politici, come la Sonata sentimentale op. 33, La Paix, pièce historique op. 85, il divertimento La giraffe à Parigi op. 306 e La prize d’Alger op. 327. Compose anche numerose canzoni e arie per soprano e chitarra, legate alla tradizione belcantistica italiana. In ambito didattico, oltre al già citato metodo op. 27, scrisse vari trattati, tra cui L’utile et l’agréable op. 114 (1817), che contiene i famosi 24 Preludi, e la serie intitolata Un peu de tout op. 276 (1825). Va citato, infine, L’armonie appliquée à la guitare (1825).

Carulli fu uno dei primi compositori ed esecutori a rivelare le potenzialità della chitarra a sei corde in termini di espressività, timbro e virtuosismo, nonché uno dei principali artefici di quella popolarità riservata nella prima metà dell’Ottocento a questo strumento musicale. La sua musica mostra elementi presi in prestito dal repertorio pianistico e violinistico coevo, con passaggi virtuosi e tecnici innovativi rispetto alla tradizione chitarristica precedente. Le sue opere didattiche sono state un punto di riferimento ineludibile per le generazioni successive di chitarristi.

Vai a tutti gli eventi >>>

4 pubblicazioni in catalogo

Carulli, Ferdinando
Prev Next

Ferdinando Carulli nacque a Napoli il 9 febbraio 1770 da una famiglia benestante. Si avvicinò alla musica studiando il violoncello con un sacerdote dilettante, per poi dedicarsi come autodidatta alla chitarra classica. Dopo un periodo trascorso a Livorno, dove nel 1801 nacque il figlio Gustavo, e probabilmente a Milano, dove intorno al 1807 pubblicò alcune opere per gli editori Ricordi, Re e Monzino, nel 1808 Carulli si trasferì definitivamente a Parigi con la moglie Marie-Joséphine Boyer. Nella capitale francese diede avvio a una feconda e incontrastata attività come compositore per chitarra, insegnante e concertista. In questo periodo, oltre alla pubblicazione di una vastissimo numero di brani per chitarra sola e per svariate combinazioni strumentali da camera, diede alle stampe il Metodo completo per chitarra  op. 27 (1810), opera didattica innovativa e punto di riferimento per intere generazioni di chitarristi, che godette di molteplici ristampe in tutta Europa. Fra i suoi allievi va menzionato il figlio Gustavo, il quale, dopo aver tentato la carriera come operista, divenne uno stimato insegnante di canto. La celebrità di Carulli e la sua posizione privilegiata nel contesto parigino, privo di chitarristi affermati a eccezione degli italiani Matteo Carcassi e Francesco Molino, iniziò a declinare solo a partire del 1823 con l’arrivo a Parigi di un’altra figura centrale per il repertorio chitarristico ottocentesco: Ferdinando Sor. Nell’ultima fase della carriera, a causa del cambio di gusto musicale e della presenza di nuovi artisti più giovani, Carulli si dedicò prevalentemente alla didattica. Nel 1826, in collaborazione con il produttore di strumenti René Lacote, brevettò anche un nuovo modello di chitarra a dieci corde chiamata dedacordo, riportata in auge nel XX secolo dal chitarrista Narciso Yepes. Carulli morì a Parigi il 17 febbraio 1841.

Il catalogo di Carulli annovera 366 componimenti, ai quali vanno aggiunte alcune decine di brani senza numero di opus. La sua produzione ha toccato tutti i principali generi legati allo strumento della chitarra: da composizioni per chitarra sola (come le Sonate op. 5 e op. 21; la Grand Sonata op. 16; Solo op. 20 e op. 76), a varie formazioni cameristiche (come i Trii op. 9 e 12, le Serenate per flauto e chitarra; la Grande Sonata op. 25 per due chitarre; numerosi duetti con pianoforte) fino a brani per chitarra e orchestra (come il Concerto op. 8 e op. 140 e il Doppio concerto con il flauto op. 8). Alcuni componimenti di Carulli sono legati a temi pastorali, mitologici e politici, come la Sonata sentimentale op. 33, La Paix, pièce historique op. 85, il divertimento La giraffe à Parigi op. 306 e La prize d’Alger op. 327. Compose anche numerose canzoni e arie per soprano e chitarra, legate alla tradizione belcantistica italiana. In ambito didattico, oltre al già citato metodo op. 27, scrisse vari trattati, tra cui L’utile et l’agréable op. 114 (1817), che contiene i famosi 24 Preludi, e la serie intitolata Un peu de tout op. 276 (1825). Va citato, infine, L’armonie appliquée à la guitare (1825).

Carulli fu uno dei primi compositori ed esecutori a rivelare le potenzialità della chitarra a sei corde in termini di espressività, timbro e virtuosismo, nonché uno dei principali artefici di quella popolarità riservata nella prima metà dell’Ottocento a questo strumento musicale. La sua musica mostra elementi presi in prestito dal repertorio pianistico e violinistico coevo, con passaggi virtuosi e tecnici innovativi rispetto alla tradizione chitarristica precedente. Le sue opere didattiche sono state un punto di riferimento ineludibile per le generazioni successive di chitarristi.

Vai a tutti gli eventi >>>

4 pubblicazioni in catalogo