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Finnissy, Michael
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Finnissy è nato a Tulse Hill, un distretto del London Borough of Lambeth, a Londra. È stato borsista della Royal College of Music Foundation dal 1965 al 1968, dove ha studiato composizione con Bernard Stevens e Humphrey Searle, discepolo di Anton Webern e pianoforte con Edwin Benbow.

È stato presidente della International Society for Contemporary Music dal 1990 al 1996.

Finnissy ha insegnato alla Royal Academy of Music, l’Università del Sussex, è professore di composizione all’Università di Southampton ed è compositore in residenza al St. John’s College di Cambridge.

I lavori di Finnissy per il pianoforte sono notevoli per le loro estreme difficoltà tecniche.
Comprendono le sue 36 Verdi Transcriptions, scritte tra il 1972 e il 2005.

Finnissy è interessato degli aspetti politici della musica e crede che tutta la musica sia “programmatica” in una certa misura, cioè una composizione esiste non solo nella mente del compositore, ma all’interno di una cultura che riflette sia le preoccupazioni extra-musicali che quelle puramente musicali del compositore. La musica, lungi dall’essere incapace di esprimere qualcosa di diverso da se stessa (come disse Stravinskij) è una forza per il cambiamento. Questo impegno nei temi politici e sociali è diventato più frequente con il progredire della sua carriera. Ad esempio, l’influenza dei temi e delle preoccupazioni omosessuali ha iniziato a entrare nel suo lavoro; come in Shameful Vice del 1994, e più esplicitamente in Seventeen Immortal Homosexual Poets del 1997.

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3 pubblicazioni in catalogo

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Finnissy è nato a Tulse Hill, un distretto del London Borough of Lambeth, a Londra. È stato borsista della Royal College of Music Foundation dal 1965 al 1968, dove ha studiato composizione con Bernard Stevens e Humphrey Searle, discepolo di Anton Webern e pianoforte con Edwin Benbow.

È stato presidente della International Society for Contemporary Music dal 1990 al 1996.

Finnissy ha insegnato alla Royal Academy of Music, l’Università del Sussex, è professore di composizione all’Università di Southampton ed è compositore in residenza al St. John’s College di Cambridge.

I lavori di Finnissy per il pianoforte sono notevoli per le loro estreme difficoltà tecniche.
Comprendono le sue 36 Verdi Transcriptions, scritte tra il 1972 e il 2005.

Finnissy è interessato degli aspetti politici della musica e crede che tutta la musica sia “programmatica” in una certa misura, cioè una composizione esiste non solo nella mente del compositore, ma all’interno di una cultura che riflette sia le preoccupazioni extra-musicali che quelle puramente musicali del compositore. La musica, lungi dall’essere incapace di esprimere qualcosa di diverso da se stessa (come disse Stravinskij) è una forza per il cambiamento. Questo impegno nei temi politici e sociali è diventato più frequente con il progredire della sua carriera. Ad esempio, l’influenza dei temi e delle preoccupazioni omosessuali ha iniziato a entrare nel suo lavoro; come in Shameful Vice del 1994, e più esplicitamente in Seventeen Immortal Homosexual Poets del 1997.

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Finnissy, Michael
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Finnissy è nato a Tulse Hill, un distretto del London Borough of Lambeth, a Londra. È stato borsista della Royal College of Music Foundation dal 1965 al 1968, dove ha studiato composizione con Bernard Stevens e Humphrey Searle, discepolo di Anton Webern e pianoforte con Edwin Benbow.

È stato presidente della International Society for Contemporary Music dal 1990 al 1996.

Finnissy ha insegnato alla Royal Academy of Music, l’Università del Sussex, è professore di composizione all’Università di Southampton ed è compositore in residenza al St. John’s College di Cambridge.

I lavori di Finnissy per il pianoforte sono notevoli per le loro estreme difficoltà tecniche.
Comprendono le sue 36 Verdi Transcriptions, scritte tra il 1972 e il 2005.

Finnissy è interessato degli aspetti politici della musica e crede che tutta la musica sia “programmatica” in una certa misura, cioè una composizione esiste non solo nella mente del compositore, ma all’interno di una cultura che riflette sia le preoccupazioni extra-musicali che quelle puramente musicali del compositore. La musica, lungi dall’essere incapace di esprimere qualcosa di diverso da se stessa (come disse Stravinskij) è una forza per il cambiamento. Questo impegno nei temi politici e sociali è diventato più frequente con il progredire della sua carriera. Ad esempio, l’influenza dei temi e delle preoccupazioni omosessuali ha iniziato a entrare nel suo lavoro; come in Shameful Vice del 1994, e più esplicitamente in Seventeen Immortal Homosexual Poets del 1997.

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