Gustav Mahler nacque il 7 luglio 1860 a Kaliště, tra Praga e Brno, in un’umile famiglia di origini boeme ed ebraiche. I genitori, Marie Herrmann (1837-1889) e Bernhard (1837-1889), cocchiere , avevano avuto in precedenza un altro figlio, Isidor (1858-1859), morto poco dopo; in seguito avrebbero dato alla luce altri dodici figli: Ernst (1862-1875), Leopoldine Quittner (1863-1889), Karl (1864-1865), Rudolf (1865-1866), Alois (Louis) (1867-1931), Justine (Ernestine) (1868-1938), Arnold Mahler (1869-1871), Friedrich (Fritz) (1871-1871), Alfred (1872-1873), Otto (1873-1895), Emma Marie Eleanor (1875-1933), Konrad (1879-1881). Nell’ottobre del 1860 i Mahler si trasferirono a Iglau, verso la Moravia, dove Bernhard lasciò la vecchia attività per aprire una distilleria e osteria. Gustav si avvicinò alla musica all’età di quattro anni, attratto dalla presenza in casa di un vecchio pianoforte, progredendo abbastanza da iniziare a esibirsi in pubblico a 10 anni. Nel 1875 fu ammesso al Conservatorio di Vienna, dove studiò pianoforte con Julius Espstein (1832-1926), armonia e composizione con Robert Fuchs (1847-1927) e Franz Krenn (1816-1897); occasionalmente, seguì le lezioni di Anton Bruckner, la cui influenza avrebbe contribuito alla formazione del suo stile personale. Conseguì il diploma finale nel 1878. Si iscrisse allora all’Università di Vienna, che lasciò tuttavia nell’anno successivo per dedicarsi a tempo pieno all’attività musicale: affidando inizialmente la propria sussistenza alle lezioni di pianoforte e coltivando la composizione. Nell’estate del 1880 esordì nella direzione d’orchestra: risale ad allora il suo primo ingaggio in tale veste, nel teatro di Bad Hall, presso Linz, per una stagione tutta dedicata all’operetta. Tra il settembre del 1881 e l’aprile del 1882 fu fu ingaggiato dal Landestheater di Laibach (l’attuale Ljubjana), dove ebbe i primi contatti con il repertorio operistico italiano. Al principio del 1883 fu assunto al Teatro municipale di Olmütz (l’attuale Olomouc), in Moravia. Vincendo le resistenze iniziali degli orchestrali, nel corso dell’incarico si distinse per la qualità del lavoro e il consistente numero di opere nuove introdotto nel repertorio di quel teatro. Passò poi al Teatro reale di Kassel con l’incarico di direttore musicale e corale. Insoddisfatto dell’ambiente incontrato in quel centro, cercò un nuovo impiego: nel 1885 fu assunto presso il Teatro di Stato di Praga, e nell’estate del 1886 riottenne il suo vecchio posto a Linz. Qui strinse amicizia con Carl von Weber (1849-1897), pronipote di Carl Maria, insieme al quale curò il completamente di Di drei Pintos, ultima opera di Weber, rimasta incompiuta. Portato in scena al principio del 1888, l’allestimento contribuì in modo significativo a diffondere la fama e il consenso di Mahler nell’ambiente musicale. Nell’autunno dello stesso anno fu nominato direttore della Reale opera ungherese di Budapest, dove rimase – alternando grandi consensi a scontri con le frange più conservatrici – fino al 1891, quando ottenne il posto di direttore dello Staadttheater di Amburgo. Accanto ai crescenti successi della carriera di direttore d’orchestra, nel corso della quale perseguì un progressivo ampliamento del proprio repertorio a favore della produzione più recente, cominciarono allora a manifestare trovare posto i primi consensi all’attività di compositore. Nel febbraio del 1897 Mahler si convertì al cattolicesimo, mettendo al riparo la propria carriera dai condizionamenti di una mentalità antisemita e dalle pulsioni nazionaliste allora dilaganti nei Paesi germanici. Nello settembre dello stesso anno fu nominato direttore principale dei Wiener Philharmoniker e, nell’ottobre, dell’Hofoper di Vienna. In tali posizioni ottenne successi spesso trionfali, a costo però di continui attriti con gli artisti e le amministrazioni dei due organismi, in parte a causa all’atteggiamento autoritario dello stesso Mahler, che d’altra parte era osteggiato per le sue origini ebraiche. Nel 1901 Mahler conobbe Alma Schindler (1879-1964), figliastra del pittore Carl Moll (1861-1945), allieva di Alexander von Zemlinsky (1871-1942), con la quale intraprese un’intensa relazione sentimentale e che sposò il 9 marzo 1902. poco dopo la coppia diede alla luce una figlia, Maria Anna (1902-1907), cui seguì poi una seconda, Anna (1904-1988). Nell’estate del 1907 Mahler, provato dal clima sempre più ostile dell’ambiente viennese, si recò a Maiernigg, in Carinzia, per trascorrervi un periodo di vacanza con la famiglia. Qui entrambe le figlie contrassero gravi forme di scarlattina e difterite, che portarono la maggiore, Maria Anna, alla morte. Lo stesso compositore manifestò allora i sintomi di una disfunzione cardiaca che lo costrinse a rinunciare a ogni tipo di attività fisica, e contribuì a farlo cadere in una forma di depressione che avrebbe minato il resto della sua vita. Alla fine dell’estate Mahler rassegnò le dimissioni dall’Hofoper per dirigere gli ultimi concerti nell’autunno e, nel dicembre dello dello stesso anno, assumere la direzione della New York Metropolitan Opera, dove prese servizio al principio del 1908. Nel 1909 passò alla New York Philharmonic Orchestra, continuando tuttavia a collaborare occasionalmente con il Metropolitan.
Nonostante un’attività professionale, di direttore e di compositore, ormai coronata dal successo, gli anni successivi furono segnati da una sofferenza profonda. Amareggiato dalla scoperta delle infedeltà della moglie, nel 1910 Mahler iniziò a ricorrere alla psicanalisi, divenendo paziente di Sigmund Freud (1856-1939). Nel dicembre di quell’anno accusò i primi sintomi di una endocardite. Il 18 aprile 1911 entrò nella clinica del dottor Jean-Joseph Defaut (1852-1929) a Neuilly, presso Parigi; non trovando giovamento, l’11 maggio fu ricoverato nel sanatorio Löw di Vienna. Sempre più debilitato, contrasse una polmonite ed entrò in coma. Morì il 18 maggio.
Nel 1955 per onorare la memoria del compositore e realizzare l’edizione critica della sua produzione fu fondata a Vienna la Internationale Gustav Mahler Gesellschaft («Società internazionale Gustav Mahler»). Il ruolo di presidente fu ricoperto da Bruno Walter, assistente di Mahler a Vienna e appassionato divulgatore della sua musica.
Costretta nel tempo lasciato libero dagli impegni professionali di direttore d’orchestra, la composizione assunse per Mahler i caratteri di un’attività febbrile, concretata in un breve catalogo di lavori di estensione per lo più di grande ampiezza e complessa articolazione. Questi constano in particolare delle nove vaste Sinfonie: la n. 1, inizialmente posta sotto il titolo di «Titano» poi rimosso per eludere la riduzione di quella composizione a un lavoro programmatico (1888); la n. 2, «Resurrezione» (1894); la n. 3, di proporzioni inusitate (1896); la n. 4, la cui apparente serenità dissimula un’ironia feroce (1900); la n. 5, nel segno della faticosa riappropriazione di un ordine interiore (1902); la n. 6, attraversata da presagi di tragedia (1904); la n. 7, straziato commiato dalla natura (1905); la gigantesca Sinfonia n. 8, denominata «dei mille» in relazione all’ampiezza inusitata delle forze musicali schierate (1906); la n. 9, percorsa dal vitalismo di un dionisiaco spirito della danza (1909). Di una progettata decima Sinfonia rimangono parti dello scheletro e alcuni frammenti di varia estensione, tra cui un unico movimento completo, un Adagio (1911). La restante produzione mahleriana trova espressione nell’ambito liederistico: l’ampio affresco di Das Lied von der Erde («Il canto della terra», 1909) su testi di poeti cinesi; i cicli di Des Knaben Wunderhorn («Il corno magico del fanciullo»; versione con pianoforte, 1891; versioni con orchestra 1896, 1901) su testi di poesie popolari tratti dall’omonima raccolta curata da Clemens Brentano (1778-1842) e Achim von Arnim (1881-1931), Lieder eines fahrenden Gesellen («Lieder di un giovane viandante»), dei Kindertonlieder («Lieder dei bambini morti», 1904) e dei cinque Rückert-Lieder (1904) su testi di Friedrich Rückert (1788-1866).
Lo stile di Mahler è caratterizzato dalla combinazione di una molteplicità di elementi eterogenei in un insieme unitario di grande organicità: grande a tal segno da far sì che ogni singola composizione assuma le fattezze di un mondo musicale complesso, stratificato, ma animato da una superiore coerenza, dalla coesione delle parti che lo formano. Nelle Sinfonie mahleriane le strutture della grande tradizione mitteleuropea sono fittamente compenetrate da influssi marcatamente popolari, i richiami alla cultura europea più raffinata s’intrecciano a elementi tratti dalle realtà musicali più disparate, come a dar voce a un’irruzione, tra ironia e senso del tragico, del reale nell’arte; a un’umanità problematica, intimamente irrisolvibile, alla fine dei valori di una civiltà – quella ottocentesca e romantica – proiettata sul baratro di un Novecento che nella frammentazione troverà la sua espressione più sincera.
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(15800) Adagio dalla X Sinfonia
per orchestra
(15801) Adagio dalla X Sinfonia
per orchestra
2 pubblicazioni in catalogo
Gustav Mahler nacque il 7 luglio 1860 a Kaliště, tra Praga e Brno, in un’umile famiglia di origini boeme ed ebraiche. I genitori, Marie Herrmann (1837-1889) e Bernhard (1837-1889), cocchiere , avevano avuto in precedenza un altro figlio, Isidor (1858-1859), morto poco dopo; in seguito avrebbero dato alla luce altri dodici figli: Ernst (1862-1875), Leopoldine Quittner (1863-1889), Karl (1864-1865), Rudolf (1865-1866), Alois (Louis) (1867-1931), Justine (Ernestine) (1868-1938), Arnold Mahler (1869-1871), Friedrich (Fritz) (1871-1871), Alfred (1872-1873), Otto (1873-1895), Emma Marie Eleanor (1875-1933), Konrad (1879-1881). Nell’ottobre del 1860 i Mahler si trasferirono a Iglau, verso la Moravia, dove Bernhard lasciò la vecchia attività per aprire una distilleria e osteria. Gustav si avvicinò alla musica all’età di quattro anni, attratto dalla presenza in casa di un vecchio pianoforte, progredendo abbastanza da iniziare a esibirsi in pubblico a 10 anni. Nel 1875 fu ammesso al Conservatorio di Vienna, dove studiò pianoforte con Julius Espstein (1832-1926), armonia e composizione con Robert Fuchs (1847-1927) e Franz Krenn (1816-1897); occasionalmente, seguì le lezioni di Anton Bruckner, la cui influenza avrebbe contribuito alla formazione del suo stile personale. Conseguì il diploma finale nel 1878. Si iscrisse allora all’Università di Vienna, che lasciò tuttavia nell’anno successivo per dedicarsi a tempo pieno all’attività musicale: affidando inizialmente la propria sussistenza alle lezioni di pianoforte e coltivando la composizione. Nell’estate del 1880 esordì nella direzione d’orchestra: risale ad allora il suo primo ingaggio in tale veste, nel teatro di Bad Hall, presso Linz, per una stagione tutta dedicata all’operetta. Tra il settembre del 1881 e l’aprile del 1882 fu fu ingaggiato dal Landestheater di Laibach (l’attuale Ljubjana), dove ebbe i primi contatti con il repertorio operistico italiano. Al principio del 1883 fu assunto al Teatro municipale di Olmütz (l’attuale Olomouc), in Moravia. Vincendo le resistenze iniziali degli orchestrali, nel corso dell’incarico si distinse per la qualità del lavoro e il consistente numero di opere nuove introdotto nel repertorio di quel teatro. Passò poi al Teatro reale di Kassel con l’incarico di direttore musicale e corale. Insoddisfatto dell’ambiente incontrato in quel centro, cercò un nuovo impiego: nel 1885 fu assunto presso il Teatro di Stato di Praga, e nell’estate del 1886 riottenne il suo vecchio posto a Linz. Qui strinse amicizia con Carl von Weber (1849-1897), pronipote di Carl Maria, insieme al quale curò il completamente di Di drei Pintos, ultima opera di Weber, rimasta incompiuta. Portato in scena al principio del 1888, l’allestimento contribuì in modo significativo a diffondere la fama e il consenso di Mahler nell’ambiente musicale. Nell’autunno dello stesso anno fu nominato direttore della Reale opera ungherese di Budapest, dove rimase – alternando grandi consensi a scontri con le frange più conservatrici – fino al 1891, quando ottenne il posto di direttore dello Staadttheater di Amburgo. Accanto ai crescenti successi della carriera di direttore d’orchestra, nel corso della quale perseguì un progressivo ampliamento del proprio repertorio a favore della produzione più recente, cominciarono allora a manifestare trovare posto i primi consensi all’attività di compositore. Nel febbraio del 1897 Mahler si convertì al cattolicesimo, mettendo al riparo la propria carriera dai condizionamenti di una mentalità antisemita e dalle pulsioni nazionaliste allora dilaganti nei Paesi germanici. Nello settembre dello stesso anno fu nominato direttore principale dei Wiener Philharmoniker e, nell’ottobre, dell’Hofoper di Vienna. In tali posizioni ottenne successi spesso trionfali, a costo però di continui attriti con gli artisti e le amministrazioni dei due organismi, in parte a causa all’atteggiamento autoritario dello stesso Mahler, che d’altra parte era osteggiato per le sue origini ebraiche. Nel 1901 Mahler conobbe Alma Schindler (1879-1964), figliastra del pittore Carl Moll (1861-1945), allieva di Alexander von Zemlinsky (1871-1942), con la quale intraprese un’intensa relazione sentimentale e che sposò il 9 marzo 1902. poco dopo la coppia diede alla luce una figlia, Maria Anna (1902-1907), cui seguì poi una seconda, Anna (1904-1988). Nell’estate del 1907 Mahler, provato dal clima sempre più ostile dell’ambiente viennese, si recò a Maiernigg, in Carinzia, per trascorrervi un periodo di vacanza con la famiglia. Qui entrambe le figlie contrassero gravi forme di scarlattina e difterite, che portarono la maggiore, Maria Anna, alla morte. Lo stesso compositore manifestò allora i sintomi di una disfunzione cardiaca che lo costrinse a rinunciare a ogni tipo di attività fisica, e contribuì a farlo cadere in una forma di depressione che avrebbe minato il resto della sua vita. Alla fine dell’estate Mahler rassegnò le dimissioni dall’Hofoper per dirigere gli ultimi concerti nell’autunno e, nel dicembre dello dello stesso anno, assumere la direzione della New York Metropolitan Opera, dove prese servizio al principio del 1908. Nel 1909 passò alla New York Philharmonic Orchestra, continuando tuttavia a collaborare occasionalmente con il Metropolitan.
Nonostante un’attività professionale, di direttore e di compositore, ormai coronata dal successo, gli anni successivi furono segnati da una sofferenza profonda. Amareggiato dalla scoperta delle infedeltà della moglie, nel 1910 Mahler iniziò a ricorrere alla psicanalisi, divenendo paziente di Sigmund Freud (1856-1939). Nel dicembre di quell’anno accusò i primi sintomi di una endocardite. Il 18 aprile 1911 entrò nella clinica del dottor Jean-Joseph Defaut (1852-1929) a Neuilly, presso Parigi; non trovando giovamento, l’11 maggio fu ricoverato nel sanatorio Löw di Vienna. Sempre più debilitato, contrasse una polmonite ed entrò in coma. Morì il 18 maggio.
Nel 1955 per onorare la memoria del compositore e realizzare l’edizione critica della sua produzione fu fondata a Vienna la Internationale Gustav Mahler Gesellschaft («Società internazionale Gustav Mahler»). Il ruolo di presidente fu ricoperto da Bruno Walter, assistente di Mahler a Vienna e appassionato divulgatore della sua musica.
Costretta nel tempo lasciato libero dagli impegni professionali di direttore d’orchestra, la composizione assunse per Mahler i caratteri di un’attività febbrile, concretata in un breve catalogo di lavori di estensione per lo più di grande ampiezza e complessa articolazione. Questi constano in particolare delle nove vaste Sinfonie: la n. 1, inizialmente posta sotto il titolo di «Titano» poi rimosso per eludere la riduzione di quella composizione a un lavoro programmatico (1888); la n. 2, «Resurrezione» (1894); la n. 3, di proporzioni inusitate (1896); la n. 4, la cui apparente serenità dissimula un’ironia feroce (1900); la n. 5, nel segno della faticosa riappropriazione di un ordine interiore (1902); la n. 6, attraversata da presagi di tragedia (1904); la n. 7, straziato commiato dalla natura (1905); la gigantesca Sinfonia n. 8, denominata «dei mille» in relazione all’ampiezza inusitata delle forze musicali schierate (1906); la n. 9, percorsa dal vitalismo di un dionisiaco spirito della danza (1909). Di una progettata decima Sinfonia rimangono parti dello scheletro e alcuni frammenti di varia estensione, tra cui un unico movimento completo, un Adagio (1911). La restante produzione mahleriana trova espressione nell’ambito liederistico: l’ampio affresco di Das Lied von der Erde («Il canto della terra», 1909) su testi di poeti cinesi; i cicli di Des Knaben Wunderhorn («Il corno magico del fanciullo»; versione con pianoforte, 1891; versioni con orchestra 1896, 1901) su testi di poesie popolari tratti dall’omonima raccolta curata da Clemens Brentano (1778-1842) e Achim von Arnim (1881-1931), Lieder eines fahrenden Gesellen («Lieder di un giovane viandante»), dei Kindertonlieder («Lieder dei bambini morti», 1904) e dei cinque Rückert-Lieder (1904) su testi di Friedrich Rückert (1788-1866).
Lo stile di Mahler è caratterizzato dalla combinazione di una molteplicità di elementi eterogenei in un insieme unitario di grande organicità: grande a tal segno da far sì che ogni singola composizione assuma le fattezze di un mondo musicale complesso, stratificato, ma animato da una superiore coerenza, dalla coesione delle parti che lo formano. Nelle Sinfonie mahleriane le strutture della grande tradizione mitteleuropea sono fittamente compenetrate da influssi marcatamente popolari, i richiami alla cultura europea più raffinata s’intrecciano a elementi tratti dalle realtà musicali più disparate, come a dar voce a un’irruzione, tra ironia e senso del tragico, del reale nell’arte; a un’umanità problematica, intimamente irrisolvibile, alla fine dei valori di una civiltà – quella ottocentesca e romantica – proiettata sul baratro di un Novecento che nella frammentazione troverà la sua espressione più sincera.
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(15801) Adagio dalla X Sinfonia
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Gustav Mahler nacque il 7 luglio 1860 a Kaliště, tra Praga e Brno, in un’umile famiglia di origini boeme ed ebraiche. I genitori, Marie Herrmann (1837-1889) e Bernhard (1837-1889), cocchiere , avevano avuto in precedenza un altro figlio, Isidor (1858-1859), morto poco dopo; in seguito avrebbero dato alla luce altri dodici figli: Ernst (1862-1875), Leopoldine Quittner (1863-1889), Karl (1864-1865), Rudolf (1865-1866), Alois (Louis) (1867-1931), Justine (Ernestine) (1868-1938), Arnold Mahler (1869-1871), Friedrich (Fritz) (1871-1871), Alfred (1872-1873), Otto (1873-1895), Emma Marie Eleanor (1875-1933), Konrad (1879-1881). Nell’ottobre del 1860 i Mahler si trasferirono a Iglau, verso la Moravia, dove Bernhard lasciò la vecchia attività per aprire una distilleria e osteria. Gustav si avvicinò alla musica all’età di quattro anni, attratto dalla presenza in casa di un vecchio pianoforte, progredendo abbastanza da iniziare a esibirsi in pubblico a 10 anni. Nel 1875 fu ammesso al Conservatorio di Vienna, dove studiò pianoforte con Julius Espstein (1832-1926), armonia e composizione con Robert Fuchs (1847-1927) e Franz Krenn (1816-1897); occasionalmente, seguì le lezioni di Anton Bruckner, la cui influenza avrebbe contribuito alla formazione del suo stile personale. Conseguì il diploma finale nel 1878. Si iscrisse allora all’Università di Vienna, che lasciò tuttavia nell’anno successivo per dedicarsi a tempo pieno all’attività musicale: affidando inizialmente la propria sussistenza alle lezioni di pianoforte e coltivando la composizione. Nell’estate del 1880 esordì nella direzione d’orchestra: risale ad allora il suo primo ingaggio in tale veste, nel teatro di Bad Hall, presso Linz, per una stagione tutta dedicata all’operetta. Tra il settembre del 1881 e l’aprile del 1882 fu fu ingaggiato dal Landestheater di Laibach (l’attuale Ljubjana), dove ebbe i primi contatti con il repertorio operistico italiano. Al principio del 1883 fu assunto al Teatro municipale di Olmütz (l’attuale Olomouc), in Moravia. Vincendo le resistenze iniziali degli orchestrali, nel corso dell’incarico si distinse per la qualità del lavoro e il consistente numero di opere nuove introdotto nel repertorio di quel teatro. Passò poi al Teatro reale di Kassel con l’incarico di direttore musicale e corale. Insoddisfatto dell’ambiente incontrato in quel centro, cercò un nuovo impiego: nel 1885 fu assunto presso il Teatro di Stato di Praga, e nell’estate del 1886 riottenne il suo vecchio posto a Linz. Qui strinse amicizia con Carl von Weber (1849-1897), pronipote di Carl Maria, insieme al quale curò il completamente di Di drei Pintos, ultima opera di Weber, rimasta incompiuta. Portato in scena al principio del 1888, l’allestimento contribuì in modo significativo a diffondere la fama e il consenso di Mahler nell’ambiente musicale. Nell’autunno dello stesso anno fu nominato direttore della Reale opera ungherese di Budapest, dove rimase – alternando grandi consensi a scontri con le frange più conservatrici – fino al 1891, quando ottenne il posto di direttore dello Staadttheater di Amburgo. Accanto ai crescenti successi della carriera di direttore d’orchestra, nel corso della quale perseguì un progressivo ampliamento del proprio repertorio a favore della produzione più recente, cominciarono allora a manifestare trovare posto i primi consensi all’attività di compositore. Nel febbraio del 1897 Mahler si convertì al cattolicesimo, mettendo al riparo la propria carriera dai condizionamenti di una mentalità antisemita e dalle pulsioni nazionaliste allora dilaganti nei Paesi germanici. Nello settembre dello stesso anno fu nominato direttore principale dei Wiener Philharmoniker e, nell’ottobre, dell’Hofoper di Vienna. In tali posizioni ottenne successi spesso trionfali, a costo però di continui attriti con gli artisti e le amministrazioni dei due organismi, in parte a causa all’atteggiamento autoritario dello stesso Mahler, che d’altra parte era osteggiato per le sue origini ebraiche. Nel 1901 Mahler conobbe Alma Schindler (1879-1964), figliastra del pittore Carl Moll (1861-1945), allieva di Alexander von Zemlinsky (1871-1942), con la quale intraprese un’intensa relazione sentimentale e che sposò il 9 marzo 1902. poco dopo la coppia diede alla luce una figlia, Maria Anna (1902-1907), cui seguì poi una seconda, Anna (1904-1988). Nell’estate del 1907 Mahler, provato dal clima sempre più ostile dell’ambiente viennese, si recò a Maiernigg, in Carinzia, per trascorrervi un periodo di vacanza con la famiglia. Qui entrambe le figlie contrassero gravi forme di scarlattina e difterite, che portarono la maggiore, Maria Anna, alla morte. Lo stesso compositore manifestò allora i sintomi di una disfunzione cardiaca che lo costrinse a rinunciare a ogni tipo di attività fisica, e contribuì a farlo cadere in una forma di depressione che avrebbe minato il resto della sua vita. Alla fine dell’estate Mahler rassegnò le dimissioni dall’Hofoper per dirigere gli ultimi concerti nell’autunno e, nel dicembre dello dello stesso anno, assumere la direzione della New York Metropolitan Opera, dove prese servizio al principio del 1908. Nel 1909 passò alla New York Philharmonic Orchestra, continuando tuttavia a collaborare occasionalmente con il Metropolitan.
Nonostante un’attività professionale, di direttore e di compositore, ormai coronata dal successo, gli anni successivi furono segnati da una sofferenza profonda. Amareggiato dalla scoperta delle infedeltà della moglie, nel 1910 Mahler iniziò a ricorrere alla psicanalisi, divenendo paziente di Sigmund Freud (1856-1939). Nel dicembre di quell’anno accusò i primi sintomi di una endocardite. Il 18 aprile 1911 entrò nella clinica del dottor Jean-Joseph Defaut (1852-1929) a Neuilly, presso Parigi; non trovando giovamento, l’11 maggio fu ricoverato nel sanatorio Löw di Vienna. Sempre più debilitato, contrasse una polmonite ed entrò in coma. Morì il 18 maggio.
Nel 1955 per onorare la memoria del compositore e realizzare l’edizione critica della sua produzione fu fondata a Vienna la Internationale Gustav Mahler Gesellschaft («Società internazionale Gustav Mahler»). Il ruolo di presidente fu ricoperto da Bruno Walter, assistente di Mahler a Vienna e appassionato divulgatore della sua musica.
Costretta nel tempo lasciato libero dagli impegni professionali di direttore d’orchestra, la composizione assunse per Mahler i caratteri di un’attività febbrile, concretata in un breve catalogo di lavori di estensione per lo più di grande ampiezza e complessa articolazione. Questi constano in particolare delle nove vaste Sinfonie: la n. 1, inizialmente posta sotto il titolo di «Titano» poi rimosso per eludere la riduzione di quella composizione a un lavoro programmatico (1888); la n. 2, «Resurrezione» (1894); la n. 3, di proporzioni inusitate (1896); la n. 4, la cui apparente serenità dissimula un’ironia feroce (1900); la n. 5, nel segno della faticosa riappropriazione di un ordine interiore (1902); la n. 6, attraversata da presagi di tragedia (1904); la n. 7, straziato commiato dalla natura (1905); la gigantesca Sinfonia n. 8, denominata «dei mille» in relazione all’ampiezza inusitata delle forze musicali schierate (1906); la n. 9, percorsa dal vitalismo di un dionisiaco spirito della danza (1909). Di una progettata decima Sinfonia rimangono parti dello scheletro e alcuni frammenti di varia estensione, tra cui un unico movimento completo, un Adagio (1911). La restante produzione mahleriana trova espressione nell’ambito liederistico: l’ampio affresco di Das Lied von der Erde («Il canto della terra», 1909) su testi di poeti cinesi; i cicli di Des Knaben Wunderhorn («Il corno magico del fanciullo»; versione con pianoforte, 1891; versioni con orchestra 1896, 1901) su testi di poesie popolari tratti dall’omonima raccolta curata da Clemens Brentano (1778-1842) e Achim von Arnim (1881-1931), Lieder eines fahrenden Gesellen («Lieder di un giovane viandante»), dei Kindertonlieder («Lieder dei bambini morti», 1904) e dei cinque Rückert-Lieder (1904) su testi di Friedrich Rückert (1788-1866).
Lo stile di Mahler è caratterizzato dalla combinazione di una molteplicità di elementi eterogenei in un insieme unitario di grande organicità: grande a tal segno da far sì che ogni singola composizione assuma le fattezze di un mondo musicale complesso, stratificato, ma animato da una superiore coerenza, dalla coesione delle parti che lo formano. Nelle Sinfonie mahleriane le strutture della grande tradizione mitteleuropea sono fittamente compenetrate da influssi marcatamente popolari, i richiami alla cultura europea più raffinata s’intrecciano a elementi tratti dalle realtà musicali più disparate, come a dar voce a un’irruzione, tra ironia e senso del tragico, del reale nell’arte; a un’umanità problematica, intimamente irrisolvibile, alla fine dei valori di una civiltà – quella ottocentesca e romantica – proiettata sul baratro di un Novecento che nella frammentazione troverà la sua espressione più sincera.
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