Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus (talvolta impiegato nella forma germanizzata «Gottlieb» e poi stabilmente in quella latinizzato in «Amadeus») Mozart nacque il 27 gennaio 1756 a Salisburgo (sull’attuale confine tra Austria e Germania) da Leopold (1791-1787), violinista e vice maestro di cappella presso la locale corte arcivescovile, e Anna Maria Pertl (1720-1778). In precedenza, la coppia aveva avuto altri sei figli, dei quali era sopravvissuta solo Maria Anna (1751-1829), detta famigliarmente «Nannerl» o «Nannette». Fin dalla più tenera età sia quest’ultima sia, soprattutto, Wolfgang diedero prova di un talento musicale precoce e straordinario: il padre si dedicò con tutte le forze a coltivarlo, impartendo loro un’educazione musicale di prim’ordine, e a promuoverne la conoscenza. Prima che Wolfgang avesse compiuto cinque anni, i due fanciulli prodigio iniziarono a esibirsi pubblicamente alla tastiera e al violino e a cimentarsi con la composizione. Al duplice scopo di arricchire il più possibile la formazione del figlio e di promuoverne la futura carriera, negli anni successivi Leopold lo accompagnò in una serie di viaggi attraverso i principali centri musicali d’Europa. Tra il 1763 e il 1766 i Mozart al completo affrontarono un lungo itinerario tra Germania, Belgio, Francia, Olanda, Inghilterra e Svizzera, toccando in particolare i centri di Monaco, Mannheim, Parigi e Versailles, Londra; a Parigi Wolfgang pubblicò le prime edizioni a stampa (delle tre sonate per tastiera e violino K 6-9), mentre a Londra entrò in contatto con Johann Christian Bach (1735-1782), sotto la cui influenza compose le prime cinque sinfonie. Tra il 1767 e il 1769 la famiglia soggiornò a Vienna, dove Leopold tentò – senza però ottenere i risultati sperati – di introdurre Wolfgang nell’ambiente musicale della corte imperiale. Tra il 1769 e il 1773 Leopold e Wolfgang intrapresero tre nuovi viaggi, questa volta attraverso l’Italia (1769-1771, 1771, 1772-1773): passarono in particolare da Milano, dove Wolfgang conobbe Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini (1700-1775) e presso il cui Teatro Ducale rappresentò le opere serie Mitridate K 87 su libretto di Vittorio Amedeo Cigna-Santi (1728-1799) nel 1770 e Lucio Silla K 135 su libretto di Giovanni de Gamerra (1742-1803) nel 1772; da Bologna, dove il giovane musicista conobbe musicisti come Josef Mysliveček (1737-1781) e Farinelli, studiò con padre Giovanni Battista Martini (1706-1784) e fu ammesso nella locale Accademia Filarmonica; da Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli.
Al ritorno a Salisburgo, nel 1773 Mozart fu a sua volta impiegato presso la cappella arcivescovile. Oltre ai lavori strettamente legati a quell’incarico, ebbe modo di dedicarsi alla composizione su commissione di una gran quantità di musica strumentale: ancora sinfonie, sonate, concerti per violino e per pianoforte. Tuttavia, mosso dal desiderio di operare in un ambiente musicale più aperto e vitale e dall’ambizione di tornare a dedicarsi al teatro d’opera, negli anni successivi intraprese nuovi viaggi in cerca di fortuna: insieme al padre soggiornò a Vienna nel 1773 e a Monaco tra 1774 e 1775; nel 1777 partì con la madre per Augusta, Mannheim, Parigi – dove Anna Maria si ammalò e morì – e Monaco. Nuovamente a Salisburgo, nel 1779 Mozart ricevette la nomina a organista di corte. Nel 1781 su commissione della corte di Monaco rappresentò in quella città Idomeneo K 366, opera seria su libretto di Metastasio adattato da Giambattista Varesco (1735-1805). Nei mesi successivi ruppe definitivamente con l’arcivescovo e la corte salisburghese: rassegnò le proprie dimissioni e si trasferì a Vienna. Qui il 4 agosto 1782 sposò Constanze Weber (1762-1842), figlia della sua padrona di casa. Dei figli nati dal matrimonio solo due giunsero all’età adulta: Carl Thomas (1784-1858) e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844), che avrebbe a sua a volta intrapreso la carriera di musicista.
A Vienna, Mozart dovette fronteggiare condizioni economiche alterne: trovatosi suo malgrado – non riuscendo a trovare un impiego stabile – nella condizione di libero professionista, per provvedere al sostentamento della propria famiglia si affidò ai proventi derivati dalle composizioni su commissione, dall’allestimento di accademie (concerti su sottoscrizione), dalle lezioni private, dal sostegno dei mecenati. Nel 1782 rappresentò al Burgtheater di Vienna Die Entführung aus dem Serail («Il ratto dal serraglio») K 384, Singspiel su libretto di Christoph Friederich Bretzner (1748-1807). Nel 1782 entrò nella cerchia del barone Gottfried van Swieten (1733-1803), mecenate e cultore di musica antica, presso il quale entrò in contatto con la produzione di Bach e Haendel, e che gli affidò la direzione della Società di musica antica da lui fondata. Allo stesso periodo risalgono la nascita della profonda amicizia con Haydn e la conoscenza con Lorenzo Da Ponte, che dal 1781 ricopriva la carica di poeta di corte, col quale Mozart avviò una proficua collaborazione: ne derivarono Le nozze di Figaro K 492 nel 1786, Don Giovanni K 527 nel 1787, Così fan tutte K 588 nel 1790.
Sul finire del 1787 Mozart ricevette dall’imperatore Giuseppe II la nomina a compositore di corte: un incarico non particolarmente remunerativo, consistente per lo più nella composizione di musica da danza per i balli di corte. Mozart, la cui musica si era sostanzialmente allontanata dalla moda e dal gusto correnti, si trovò allora ad affrontare un periodo di condizioni economiche piuttosto gravose, da cui cominciò a risollevarsi verso il principio del 1791. Nella primavera di quell’anno intraprese la composizione di un nuovo Singspiel per il teatro «auf der Wieden», Die Zauberflöte («Il flauto magico») K 620 su libretto dell’impresario, cantante e attore Emanuel Schikanader (1751-1812) con contributi di Karl Ludwig Giesecke (1761-1833); e nell’estate ricevette la commissione di un’opera seria, La clemenza di Tito K 621 su libretto di Metastasio adattato da Caterino Mazzolà (1745-1806), da rappresentarsi a Praga in occasione dell’incoronazione del nuovo imperatore Leopoldo II a re di Boemia. Fu inoltre incaricato di comporre un Requiem da parte di un misterioso committente, dietro il cui anonimato si celava il conte Franz von Walsegg (1763-1827), nobile dilettante che soleva acquistare musica da compositori professionisti per attribuirsene la paternità.
Nel settembre 1791 l’allestimento di Die Zauberflöte fu salutato da immediato successo. Sul finire del mese di novembre Mozart cadde ammalato, probabilmente a causa di una forma di tubercolosi o di nefrite; morì nella notte del 5 dicembre 1791. Il Requiem K 626, lasciato incompiuto, fu completato – almeno in parte secondo le indicazioni del compositore – dall’allievo Franz Xaver Süssmayr (1766-1803). Nel 1809 Constanze si risposò con il diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (1761-1826), che nel 1828 pubblicò una Biographie W. A. Mozarts. Nach Originalbriefen, Sammlungen alles über ihn Geschriebenen, mit vielen neuen Beylagen, Steindrücken, Musikblättern und einem Facsimile («Biografia di W. A. Mozart. Basata su lettere originali e raccolte di ciò che è stato scritto su di lui, con molti nuovi allegati, litografie, partiture e un facsimile») che avrebbe contribuito a rinnovare l’interesse per il compositore in epoca romantica.
Quella di Mozart costituisce una produzione notevole sia per l’ampiezza – tanto più significativa in rapporto alla durata della vita del compositore – sia per il livello qualitativo, costantemente alto. Comprende tutti i principali generi musicali del tempo; al suo interno si segnalano in particolare, oltre ai lavori citati sopra, i concerti (27 per pianoforte, 5 per violino, 4 per corno, 2 per flauto, uno dei quali originariamente destinato all’oboe, uno per flauto e arpa, uno per clarinetto, uno per fagotto), le sinfonie (circa cinquanta, senza contare quelle spurie, tra cui spiccano la Sinfonia in sol minore K 183, la «Haffner» in re maggiore K 385, la «Linzer» in do maggiore K 425, la «Prager» in re maggiore K 504, la Sinfonia in mi bemolle maggiore K 543, quella in sol minore k 440, la «Jupiter» in do maggiore K 441); il ricco catalogo pianistico, con le 18 sonate e composizioni quali la Fantasia in do minore K 475, e quello della musica da camera, che comprende il corpus dei 23 quartetti per archi, 6 quintetti per archi, i quartetti per pianoforte e archi K 478 e 493, il quintetto per pianoforte e fiati K 582, o ancora le serenate per fiati «Posthorn» K 320, «Gran partita» K 361; il repertorio sacro, in cui si segnalano la «Krönungsmesse» K 317, l’incompiuta Missa solemnis K 427.
Sotto l’estrema politezza formale, il senso di supremo equilibrio che lo caratterizzano, il linguaggio di Mozart rivela una concezione del sonatismo drammatica, di marcata impronta teatrale. I temi presentano una caratterizzazione all’apparenza immediata, ma complessa, densamente variegata, chiaroscurale, spesso chiamata a rivelare implicazioni sorprendenti in sede di sviluppo, lungo la costruzione dell’architettura musicale.
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Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus (talvolta impiegato nella forma germanizzata «Gottlieb» e poi stabilmente in quella latinizzato in «Amadeus») Mozart nacque il 27 gennaio 1756 a Salisburgo (sull’attuale confine tra Austria e Germania) da Leopold (1791-1787), violinista e vice maestro di cappella presso la locale corte arcivescovile, e Anna Maria Pertl (1720-1778). In precedenza, la coppia aveva avuto altri sei figli, dei quali era sopravvissuta solo Maria Anna (1751-1829), detta famigliarmente «Nannerl» o «Nannette». Fin dalla più tenera età sia quest’ultima sia, soprattutto, Wolfgang diedero prova di un talento musicale precoce e straordinario: il padre si dedicò con tutte le forze a coltivarlo, impartendo loro un’educazione musicale di prim’ordine, e a promuoverne la conoscenza. Prima che Wolfgang avesse compiuto cinque anni, i due fanciulli prodigio iniziarono a esibirsi pubblicamente alla tastiera e al violino e a cimentarsi con la composizione. Al duplice scopo di arricchire il più possibile la formazione del figlio e di promuoverne la futura carriera, negli anni successivi Leopold lo accompagnò in una serie di viaggi attraverso i principali centri musicali d’Europa. Tra il 1763 e il 1766 i Mozart al completo affrontarono un lungo itinerario tra Germania, Belgio, Francia, Olanda, Inghilterra e Svizzera, toccando in particolare i centri di Monaco, Mannheim, Parigi e Versailles, Londra; a Parigi Wolfgang pubblicò le prime edizioni a stampa (delle tre sonate per tastiera e violino K 6-9), mentre a Londra entrò in contatto con Johann Christian Bach (1735-1782), sotto la cui influenza compose le prime cinque sinfonie. Tra il 1767 e il 1769 la famiglia soggiornò a Vienna, dove Leopold tentò – senza però ottenere i risultati sperati – di introdurre Wolfgang nell’ambiente musicale della corte imperiale. Tra il 1769 e il 1773 Leopold e Wolfgang intrapresero tre nuovi viaggi, questa volta attraverso l’Italia (1769-1771, 1771, 1772-1773): passarono in particolare da Milano, dove Wolfgang conobbe Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini (1700-1775) e presso il cui Teatro Ducale rappresentò le opere serie Mitridate K 87 su libretto di Vittorio Amedeo Cigna-Santi (1728-1799) nel 1770 e Lucio Silla K 135 su libretto di Giovanni de Gamerra (1742-1803) nel 1772; da Bologna, dove il giovane musicista conobbe musicisti come Josef Mysliveček (1737-1781) e Farinelli, studiò con padre Giovanni Battista Martini (1706-1784) e fu ammesso nella locale Accademia Filarmonica; da Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli.
Al ritorno a Salisburgo, nel 1773 Mozart fu a sua volta impiegato presso la cappella arcivescovile. Oltre ai lavori strettamente legati a quell’incarico, ebbe modo di dedicarsi alla composizione su commissione di una gran quantità di musica strumentale: ancora sinfonie, sonate, concerti per violino e per pianoforte. Tuttavia, mosso dal desiderio di operare in un ambiente musicale più aperto e vitale e dall’ambizione di tornare a dedicarsi al teatro d’opera, negli anni successivi intraprese nuovi viaggi in cerca di fortuna: insieme al padre soggiornò a Vienna nel 1773 e a Monaco tra 1774 e 1775; nel 1777 partì con la madre per Augusta, Mannheim, Parigi – dove Anna Maria si ammalò e morì – e Monaco. Nuovamente a Salisburgo, nel 1779 Mozart ricevette la nomina a organista di corte. Nel 1781 su commissione della corte di Monaco rappresentò in quella città Idomeneo K 366, opera seria su libretto di Metastasio adattato da Giambattista Varesco (1735-1805). Nei mesi successivi ruppe definitivamente con l’arcivescovo e la corte salisburghese: rassegnò le proprie dimissioni e si trasferì a Vienna. Qui il 4 agosto 1782 sposò Constanze Weber (1762-1842), figlia della sua padrona di casa. Dei figli nati dal matrimonio solo due giunsero all’età adulta: Carl Thomas (1784-1858) e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844), che avrebbe a sua a volta intrapreso la carriera di musicista.
A Vienna, Mozart dovette fronteggiare condizioni economiche alterne: trovatosi suo malgrado – non riuscendo a trovare un impiego stabile – nella condizione di libero professionista, per provvedere al sostentamento della propria famiglia si affidò ai proventi derivati dalle composizioni su commissione, dall’allestimento di accademie (concerti su sottoscrizione), dalle lezioni private, dal sostegno dei mecenati. Nel 1782 rappresentò al Burgtheater di Vienna Die Entführung aus dem Serail («Il ratto dal serraglio») K 384, Singspiel su libretto di Christoph Friederich Bretzner (1748-1807). Nel 1782 entrò nella cerchia del barone Gottfried van Swieten (1733-1803), mecenate e cultore di musica antica, presso il quale entrò in contatto con la produzione di Bach e Haendel, e che gli affidò la direzione della Società di musica antica da lui fondata. Allo stesso periodo risalgono la nascita della profonda amicizia con Haydn e la conoscenza con Lorenzo Da Ponte, che dal 1781 ricopriva la carica di poeta di corte, col quale Mozart avviò una proficua collaborazione: ne derivarono Le nozze di Figaro K 492 nel 1786, Don Giovanni K 527 nel 1787, Così fan tutte K 588 nel 1790.
Sul finire del 1787 Mozart ricevette dall’imperatore Giuseppe II la nomina a compositore di corte: un incarico non particolarmente remunerativo, consistente per lo più nella composizione di musica da danza per i balli di corte. Mozart, la cui musica si era sostanzialmente allontanata dalla moda e dal gusto correnti, si trovò allora ad affrontare un periodo di condizioni economiche piuttosto gravose, da cui cominciò a risollevarsi verso il principio del 1791. Nella primavera di quell’anno intraprese la composizione di un nuovo Singspiel per il teatro «auf der Wieden», Die Zauberflöte («Il flauto magico») K 620 su libretto dell’impresario, cantante e attore Emanuel Schikanader (1751-1812) con contributi di Karl Ludwig Giesecke (1761-1833); e nell’estate ricevette la commissione di un’opera seria, La clemenza di Tito K 621 su libretto di Metastasio adattato da Caterino Mazzolà (1745-1806), da rappresentarsi a Praga in occasione dell’incoronazione del nuovo imperatore Leopoldo II a re di Boemia. Fu inoltre incaricato di comporre un Requiem da parte di un misterioso committente, dietro il cui anonimato si celava il conte Franz von Walsegg (1763-1827), nobile dilettante che soleva acquistare musica da compositori professionisti per attribuirsene la paternità.
Nel settembre 1791 l’allestimento di Die Zauberflöte fu salutato da immediato successo. Sul finire del mese di novembre Mozart cadde ammalato, probabilmente a causa di una forma di tubercolosi o di nefrite; morì nella notte del 5 dicembre 1791. Il Requiem K 626, lasciato incompiuto, fu completato – almeno in parte secondo le indicazioni del compositore – dall’allievo Franz Xaver Süssmayr (1766-1803). Nel 1809 Constanze si risposò con il diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (1761-1826), che nel 1828 pubblicò una Biographie W. A. Mozarts. Nach Originalbriefen, Sammlungen alles über ihn Geschriebenen, mit vielen neuen Beylagen, Steindrücken, Musikblättern und einem Facsimile («Biografia di W. A. Mozart. Basata su lettere originali e raccolte di ciò che è stato scritto su di lui, con molti nuovi allegati, litografie, partiture e un facsimile») che avrebbe contribuito a rinnovare l’interesse per il compositore in epoca romantica.
Quella di Mozart costituisce una produzione notevole sia per l’ampiezza – tanto più significativa in rapporto alla durata della vita del compositore – sia per il livello qualitativo, costantemente alto. Comprende tutti i principali generi musicali del tempo; al suo interno si segnalano in particolare, oltre ai lavori citati sopra, i concerti (27 per pianoforte, 5 per violino, 4 per corno, 2 per flauto, uno dei quali originariamente destinato all’oboe, uno per flauto e arpa, uno per clarinetto, uno per fagotto), le sinfonie (circa cinquanta, senza contare quelle spurie, tra cui spiccano la Sinfonia in sol minore K 183, la «Haffner» in re maggiore K 385, la «Linzer» in do maggiore K 425, la «Prager» in re maggiore K 504, la Sinfonia in mi bemolle maggiore K 543, quella in sol minore k 440, la «Jupiter» in do maggiore K 441); il ricco catalogo pianistico, con le 18 sonate e composizioni quali la Fantasia in do minore K 475, e quello della musica da camera, che comprende il corpus dei 23 quartetti per archi, 6 quintetti per archi, i quartetti per pianoforte e archi K 478 e 493, il quintetto per pianoforte e fiati K 582, o ancora le serenate per fiati «Posthorn» K 320, «Gran partita» K 361; il repertorio sacro, in cui si segnalano la «Krönungsmesse» K 317, l’incompiuta Missa solemnis K 427.
Sotto l’estrema politezza formale, il senso di supremo equilibrio che lo caratterizzano, il linguaggio di Mozart rivela una concezione del sonatismo drammatica, di marcata impronta teatrale. I temi presentano una caratterizzazione all’apparenza immediata, ma complessa, densamente variegata, chiaroscurale, spesso chiamata a rivelare implicazioni sorprendenti in sede di sviluppo, lungo la costruzione dell’architettura musicale.
Vai a tutti gli eventi >>>
(5017) MARCIA TURCA
–
Un risultato trovato in catalogo
Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus (talvolta impiegato nella forma germanizzata «Gottlieb» e poi stabilmente in quella latinizzato in «Amadeus») Mozart nacque il 27 gennaio 1756 a Salisburgo (sull’attuale confine tra Austria e Germania) da Leopold (1791-1787), violinista e vice maestro di cappella presso la locale corte arcivescovile, e Anna Maria Pertl (1720-1778). In precedenza, la coppia aveva avuto altri sei figli, dei quali era sopravvissuta solo Maria Anna (1751-1829), detta famigliarmente «Nannerl» o «Nannette». Fin dalla più tenera età sia quest’ultima sia, soprattutto, Wolfgang diedero prova di un talento musicale precoce e straordinario: il padre si dedicò con tutte le forze a coltivarlo, impartendo loro un’educazione musicale di prim’ordine, e a promuoverne la conoscenza. Prima che Wolfgang avesse compiuto cinque anni, i due fanciulli prodigio iniziarono a esibirsi pubblicamente alla tastiera e al violino e a cimentarsi con la composizione. Al duplice scopo di arricchire il più possibile la formazione del figlio e di promuoverne la futura carriera, negli anni successivi Leopold lo accompagnò in una serie di viaggi attraverso i principali centri musicali d’Europa. Tra il 1763 e il 1766 i Mozart al completo affrontarono un lungo itinerario tra Germania, Belgio, Francia, Olanda, Inghilterra e Svizzera, toccando in particolare i centri di Monaco, Mannheim, Parigi e Versailles, Londra; a Parigi Wolfgang pubblicò le prime edizioni a stampa (delle tre sonate per tastiera e violino K 6-9), mentre a Londra entrò in contatto con Johann Christian Bach (1735-1782), sotto la cui influenza compose le prime cinque sinfonie. Tra il 1767 e il 1769 la famiglia soggiornò a Vienna, dove Leopold tentò – senza però ottenere i risultati sperati – di introdurre Wolfgang nell’ambiente musicale della corte imperiale. Tra il 1769 e il 1773 Leopold e Wolfgang intrapresero tre nuovi viaggi, questa volta attraverso l’Italia (1769-1771, 1771, 1772-1773): passarono in particolare da Milano, dove Wolfgang conobbe Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini (1700-1775) e presso il cui Teatro Ducale rappresentò le opere serie Mitridate K 87 su libretto di Vittorio Amedeo Cigna-Santi (1728-1799) nel 1770 e Lucio Silla K 135 su libretto di Giovanni de Gamerra (1742-1803) nel 1772; da Bologna, dove il giovane musicista conobbe musicisti come Josef Mysliveček (1737-1781) e Farinelli, studiò con padre Giovanni Battista Martini (1706-1784) e fu ammesso nella locale Accademia Filarmonica; da Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli.
Al ritorno a Salisburgo, nel 1773 Mozart fu a sua volta impiegato presso la cappella arcivescovile. Oltre ai lavori strettamente legati a quell’incarico, ebbe modo di dedicarsi alla composizione su commissione di una gran quantità di musica strumentale: ancora sinfonie, sonate, concerti per violino e per pianoforte. Tuttavia, mosso dal desiderio di operare in un ambiente musicale più aperto e vitale e dall’ambizione di tornare a dedicarsi al teatro d’opera, negli anni successivi intraprese nuovi viaggi in cerca di fortuna: insieme al padre soggiornò a Vienna nel 1773 e a Monaco tra 1774 e 1775; nel 1777 partì con la madre per Augusta, Mannheim, Parigi – dove Anna Maria si ammalò e morì – e Monaco. Nuovamente a Salisburgo, nel 1779 Mozart ricevette la nomina a organista di corte. Nel 1781 su commissione della corte di Monaco rappresentò in quella città Idomeneo K 366, opera seria su libretto di Metastasio adattato da Giambattista Varesco (1735-1805). Nei mesi successivi ruppe definitivamente con l’arcivescovo e la corte salisburghese: rassegnò le proprie dimissioni e si trasferì a Vienna. Qui il 4 agosto 1782 sposò Constanze Weber (1762-1842), figlia della sua padrona di casa. Dei figli nati dal matrimonio solo due giunsero all’età adulta: Carl Thomas (1784-1858) e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844), che avrebbe a sua a volta intrapreso la carriera di musicista.
A Vienna, Mozart dovette fronteggiare condizioni economiche alterne: trovatosi suo malgrado – non riuscendo a trovare un impiego stabile – nella condizione di libero professionista, per provvedere al sostentamento della propria famiglia si affidò ai proventi derivati dalle composizioni su commissione, dall’allestimento di accademie (concerti su sottoscrizione), dalle lezioni private, dal sostegno dei mecenati. Nel 1782 rappresentò al Burgtheater di Vienna Die Entführung aus dem Serail («Il ratto dal serraglio») K 384, Singspiel su libretto di Christoph Friederich Bretzner (1748-1807). Nel 1782 entrò nella cerchia del barone Gottfried van Swieten (1733-1803), mecenate e cultore di musica antica, presso il quale entrò in contatto con la produzione di Bach e Haendel, e che gli affidò la direzione della Società di musica antica da lui fondata. Allo stesso periodo risalgono la nascita della profonda amicizia con Haydn e la conoscenza con Lorenzo Da Ponte, che dal 1781 ricopriva la carica di poeta di corte, col quale Mozart avviò una proficua collaborazione: ne derivarono Le nozze di Figaro K 492 nel 1786, Don Giovanni K 527 nel 1787, Così fan tutte K 588 nel 1790.
Sul finire del 1787 Mozart ricevette dall’imperatore Giuseppe II la nomina a compositore di corte: un incarico non particolarmente remunerativo, consistente per lo più nella composizione di musica da danza per i balli di corte. Mozart, la cui musica si era sostanzialmente allontanata dalla moda e dal gusto correnti, si trovò allora ad affrontare un periodo di condizioni economiche piuttosto gravose, da cui cominciò a risollevarsi verso il principio del 1791. Nella primavera di quell’anno intraprese la composizione di un nuovo Singspiel per il teatro «auf der Wieden», Die Zauberflöte («Il flauto magico») K 620 su libretto dell’impresario, cantante e attore Emanuel Schikanader (1751-1812) con contributi di Karl Ludwig Giesecke (1761-1833); e nell’estate ricevette la commissione di un’opera seria, La clemenza di Tito K 621 su libretto di Metastasio adattato da Caterino Mazzolà (1745-1806), da rappresentarsi a Praga in occasione dell’incoronazione del nuovo imperatore Leopoldo II a re di Boemia. Fu inoltre incaricato di comporre un Requiem da parte di un misterioso committente, dietro il cui anonimato si celava il conte Franz von Walsegg (1763-1827), nobile dilettante che soleva acquistare musica da compositori professionisti per attribuirsene la paternità.
Nel settembre 1791 l’allestimento di Die Zauberflöte fu salutato da immediato successo. Sul finire del mese di novembre Mozart cadde ammalato, probabilmente a causa di una forma di tubercolosi o di nefrite; morì nella notte del 5 dicembre 1791. Il Requiem K 626, lasciato incompiuto, fu completato – almeno in parte secondo le indicazioni del compositore – dall’allievo Franz Xaver Süssmayr (1766-1803). Nel 1809 Constanze si risposò con il diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (1761-1826), che nel 1828 pubblicò una Biographie W. A. Mozarts. Nach Originalbriefen, Sammlungen alles über ihn Geschriebenen, mit vielen neuen Beylagen, Steindrücken, Musikblättern und einem Facsimile («Biografia di W. A. Mozart. Basata su lettere originali e raccolte di ciò che è stato scritto su di lui, con molti nuovi allegati, litografie, partiture e un facsimile») che avrebbe contribuito a rinnovare l’interesse per il compositore in epoca romantica.
Quella di Mozart costituisce una produzione notevole sia per l’ampiezza – tanto più significativa in rapporto alla durata della vita del compositore – sia per il livello qualitativo, costantemente alto. Comprende tutti i principali generi musicali del tempo; al suo interno si segnalano in particolare, oltre ai lavori citati sopra, i concerti (27 per pianoforte, 5 per violino, 4 per corno, 2 per flauto, uno dei quali originariamente destinato all’oboe, uno per flauto e arpa, uno per clarinetto, uno per fagotto), le sinfonie (circa cinquanta, senza contare quelle spurie, tra cui spiccano la Sinfonia in sol minore K 183, la «Haffner» in re maggiore K 385, la «Linzer» in do maggiore K 425, la «Prager» in re maggiore K 504, la Sinfonia in mi bemolle maggiore K 543, quella in sol minore k 440, la «Jupiter» in do maggiore K 441); il ricco catalogo pianistico, con le 18 sonate e composizioni quali la Fantasia in do minore K 475, e quello della musica da camera, che comprende il corpus dei 23 quartetti per archi, 6 quintetti per archi, i quartetti per pianoforte e archi K 478 e 493, il quintetto per pianoforte e fiati K 582, o ancora le serenate per fiati «Posthorn» K 320, «Gran partita» K 361; il repertorio sacro, in cui si segnalano la «Krönungsmesse» K 317, l’incompiuta Missa solemnis K 427.
Sotto l’estrema politezza formale, il senso di supremo equilibrio che lo caratterizzano, il linguaggio di Mozart rivela una concezione del sonatismo drammatica, di marcata impronta teatrale. I temi presentano una caratterizzazione all’apparenza immediata, ma complessa, densamente variegata, chiaroscurale, spesso chiamata a rivelare implicazioni sorprendenti in sede di sviluppo, lungo la costruzione dell’architettura musicale.
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