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Mule, Giuseppe
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Giuseppe Mulè (Termini Imerese28 giugno 1885 – Roma10 settembre 1951) è stato un compositore e direttore d’orchestra italiano.

Nato a Termini Imerese in provincia di Palermo, fu il quarto di cinque figli. All’età di 20 anni conseguì il diploma di violoncello e successivamente quello di composizione (sotto la guida di Guglielmo Zuelli) presso il Conservatorio di musica Vincenzo Bellini di Palermo.

Nel 1903, prima ancora di portare a termine gli studi accademici, compose un Largo per violoncello e pianoforte che fu utilizzato come sigla d’apertura nelle trasmissioni radiofoniche nazionali Eiar e Rai [senza fonte].

Conclusi gli studi al Conservatorio, Giuseppe Mulè si dedicò per qualche anno alla carriera di direttore d’orchestra.
Fu direttore del Conservatorio di Palermo dal 1922 al 1925, e successivamente coprì la stessa carica presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dal 1925 al 1945.

Fu segretario nazionale del Sindacato Nazionale Fascista Musicisti e, insieme ad Adriano Lualdi, capofila dell’area più reazionaria della poetica musicale del regime fascista. Durante il Ventennio osteggiò strenuamente con tutti i suoi mezzi ogni movimento di avanguardia modernista.

Era sposato con il soprano Lea Tumbarello (1893-1967).

Morì a Roma nel 1951 e fu sepolto nella sua Termini Imerese. Il figlio, Francesco Mulè, è stato un attore cinematografico e teatrale di successo.

La musica di Giuseppe Mulè è oggi di rarissima esecuzione, anche a causa della sua scarsa originalità; le sue opere sono sovente basate su sistemi modali, con ampi e pedissequi richiami coloristici alla tonalità. I lavori di Mulè, compresa la produzione cameristica ed i brani sinfonici, sono generalmente pervasi da un folklorismo strapaesano, spesso riferentesi alla sua regione natìa, che rispecchia fedelmente i dettami della cultura fascista.

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Giuseppe Mulè (Termini Imerese28 giugno 1885 – Roma10 settembre 1951) è stato un compositore e direttore d’orchestra italiano.

Nato a Termini Imerese in provincia di Palermo, fu il quarto di cinque figli. All’età di 20 anni conseguì il diploma di violoncello e successivamente quello di composizione (sotto la guida di Guglielmo Zuelli) presso il Conservatorio di musica Vincenzo Bellini di Palermo.

Nel 1903, prima ancora di portare a termine gli studi accademici, compose un Largo per violoncello e pianoforte che fu utilizzato come sigla d’apertura nelle trasmissioni radiofoniche nazionali Eiar e Rai [senza fonte].

Conclusi gli studi al Conservatorio, Giuseppe Mulè si dedicò per qualche anno alla carriera di direttore d’orchestra.
Fu direttore del Conservatorio di Palermo dal 1922 al 1925, e successivamente coprì la stessa carica presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dal 1925 al 1945.

Fu segretario nazionale del Sindacato Nazionale Fascista Musicisti e, insieme ad Adriano Lualdi, capofila dell’area più reazionaria della poetica musicale del regime fascista. Durante il Ventennio osteggiò strenuamente con tutti i suoi mezzi ogni movimento di avanguardia modernista.

Era sposato con il soprano Lea Tumbarello (1893-1967).

Morì a Roma nel 1951 e fu sepolto nella sua Termini Imerese. Il figlio, Francesco Mulè, è stato un attore cinematografico e teatrale di successo.

La musica di Giuseppe Mulè è oggi di rarissima esecuzione, anche a causa della sua scarsa originalità; le sue opere sono sovente basate su sistemi modali, con ampi e pedissequi richiami coloristici alla tonalità. I lavori di Mulè, compresa la produzione cameristica ed i brani sinfonici, sono generalmente pervasi da un folklorismo strapaesano, spesso riferentesi alla sua regione natìa, che rispecchia fedelmente i dettami della cultura fascista.

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Nato a Termini Imerese in provincia di Palermo, fu il quarto di cinque figli. All’età di 20 anni conseguì il diploma di violoncello e successivamente quello di composizione (sotto la guida di Guglielmo Zuelli) presso il Conservatorio di musica Vincenzo Bellini di Palermo.

Nel 1903, prima ancora di portare a termine gli studi accademici, compose un Largo per violoncello e pianoforte che fu utilizzato come sigla d’apertura nelle trasmissioni radiofoniche nazionali Eiar e Rai [senza fonte].

Conclusi gli studi al Conservatorio, Giuseppe Mulè si dedicò per qualche anno alla carriera di direttore d’orchestra.
Fu direttore del Conservatorio di Palermo dal 1922 al 1925, e successivamente coprì la stessa carica presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dal 1925 al 1945.

Fu segretario nazionale del Sindacato Nazionale Fascista Musicisti e, insieme ad Adriano Lualdi, capofila dell’area più reazionaria della poetica musicale del regime fascista. Durante il Ventennio osteggiò strenuamente con tutti i suoi mezzi ogni movimento di avanguardia modernista.

Era sposato con il soprano Lea Tumbarello (1893-1967).

Morì a Roma nel 1951 e fu sepolto nella sua Termini Imerese. Il figlio, Francesco Mulè, è stato un attore cinematografico e teatrale di successo.

La musica di Giuseppe Mulè è oggi di rarissima esecuzione, anche a causa della sua scarsa originalità; le sue opere sono sovente basate su sistemi modali, con ampi e pedissequi richiami coloristici alla tonalità. I lavori di Mulè, compresa la produzione cameristica ed i brani sinfonici, sono generalmente pervasi da un folklorismo strapaesano, spesso riferentesi alla sua regione natìa, che rispecchia fedelmente i dettami della cultura fascista.

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