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Piazza, Giovanni
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Nato il 17 ottobre 1929 ad Ajello del Friuli, territorio intensamente vocato alla musica corale grazie alle attenzioni didattiche e culturali della passata amministrazione asburgica, D. identifica totalmente il profilo biografico con l’itinerario creativo. Accostatosi allo studio del pianoforte da autodidatta nel 1943, intraprese nel decennio successivo un’attività di direttore di coro che lo avrebbe portato in cinquant’anni a istruire, contribuendo in maniera sostanziale al rinnovamento dei repertori, gli assiemi vocali ‘V. Veneziani’ di Ajello, Cantoria e Coro ‘G. Verdi’ di Ronchi dei Legionari, ‘Madrigalisti di Gorizia’, ‘Coro Polifonico di Ruda’ alla guida del quale vinse 13 premi nei più importanti concorsi corali nazionali, Gruppo Polifonico ‘C. Monteverdi’ di Ruda, Coro femminile ‘G. Faurè’ di Romans d’Isonzo e Coro ‘J. Tomadini’ di Udine, quest’ultimo in vista dell’esecuzione della Messa di Gloria di Pietro Mascagni, diretta da Aladar Janes nel giugno 1979. Sollecitato da Giorgio Kirschner, direttore del coro del Teatro ‘G. Verdi’ di Trieste, svolse regolari studi musicali culminati nel diploma in Musica corale e direzione di coro, conseguito presso il Conservatorio di Musica “G. Tartini” di Trieste sotto la guida di Bruno Cervenca; in tale contesto si colloca l’esecuzione del suo primo lavoro sacro di vasto respiro, Gloria per soli coro e orchestra ultimato nel 1966, al quale seguirono ampie pagine sinfonico-corali quali Messa “dei Patriarchi”Stabat MaterTe Deum Veni creator spiritus. Firmò le prime composizioni corali a partire dal 1947 ma soltanto alla fine degli anni Sessanta impostò un costante percorso creativo volto a sperimentare il genere della Lirica vocale da camera e l’elaborazione di motivi popolari friulani per cori di voci bianche in vista della promozione, quale docente di Educazione musicale nella Scuola Media, di un completo itinerario didattico ispirato al Metodo Kodály e dedicato alle scuole dell’obbligo. Il 1975 fu per il compositore un anno di decisiva svolta che vide l’inizio della lunga collaborazione con le Edizioni Suvini-Zerboni e le Edizioni Musicali Europee grazie al periodico «La Cartellina», diretto dai fidati collaboratori Roberto Goitre e Giovanni Acciai. La pubblicazione di oltre centotrenta tra composizioni corali sacre (Messe, Mottetti, Antifone, Inni, Salmi e Sequenze), profane (testi di Buonarroti, Catullo, D’Annunzio, Macchiavelli, Poliziano, Rilke, Rinuccini, Quasimodo, Saba, Ungaretti e tratti da liriche giapponesi e dai Carmina Burana) ed elaborazioni di motivi popolari friulani o appartenenti ad altre tradizioni regionali italiane, lo pose ben presto tra i più rilevanti, prolifici ed eseguiti compositori di musica corale a livello internazionale, consacrazione sottolineata da una cinquantina di premi e segnalazioni ottenuti in prestigiosi concorsi di composizione corale. Senza trascurare un personale contributo al teatro musicale didattico e alla letteratura corale su testi di Biagio Marin e di poeti contemporanei friulani, D. dedicò l’ultima stagione creativa a composizioni di asciutto taglio sperimentale per quartetto d’archi e alla prediletta produzione sacra; va segnalato in particolare il completamento per le Edizioni Carrara del capolavoro rappresentato dalla trilogia di Messe su temi gregoriani: Missa brevis, premiata a Tours nel 1990, Missa choralis super “Cunctipotens genitor Deus” Missa “Orbis factor”, dotata, quest’ultima, di Proprium completo; pure le Edizioni Musicali Pizzicato di Udine hanno seguito costantemente nel corso degli ultimi decenni la creatività del compositore, pubblicando numerose pagine sacre e profane e le due nutrite antologie Villotte e canti friulani Florilegium sacrum. Il contrappunto lineare di matrice modale, radicato nello stile compositivo di Orlando Dipiazza, individua quali principali modelli di riferimento il canto gregoriano, la lezione di Palestrina, Monteverdi e Gesualdo, la coralità francese del secondo Ottocento, il neo-madrigalismo di Pizzetti e, in tempi recenti, la tecnica dodecafonica e il minimalismo di Arvo Pärt. Scomparve a Palmanova il 19 agosto 2013.

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Nato il 17 ottobre 1929 ad Ajello del Friuli, territorio intensamente vocato alla musica corale grazie alle attenzioni didattiche e culturali della passata amministrazione asburgica, D. identifica totalmente il profilo biografico con l’itinerario creativo. Accostatosi allo studio del pianoforte da autodidatta nel 1943, intraprese nel decennio successivo un’attività di direttore di coro che lo avrebbe portato in cinquant’anni a istruire, contribuendo in maniera sostanziale al rinnovamento dei repertori, gli assiemi vocali ‘V. Veneziani’ di Ajello, Cantoria e Coro ‘G. Verdi’ di Ronchi dei Legionari, ‘Madrigalisti di Gorizia’, ‘Coro Polifonico di Ruda’ alla guida del quale vinse 13 premi nei più importanti concorsi corali nazionali, Gruppo Polifonico ‘C. Monteverdi’ di Ruda, Coro femminile ‘G. Faurè’ di Romans d’Isonzo e Coro ‘J. Tomadini’ di Udine, quest’ultimo in vista dell’esecuzione della Messa di Gloria di Pietro Mascagni, diretta da Aladar Janes nel giugno 1979. Sollecitato da Giorgio Kirschner, direttore del coro del Teatro ‘G. Verdi’ di Trieste, svolse regolari studi musicali culminati nel diploma in Musica corale e direzione di coro, conseguito presso il Conservatorio di Musica “G. Tartini” di Trieste sotto la guida di Bruno Cervenca; in tale contesto si colloca l’esecuzione del suo primo lavoro sacro di vasto respiro, Gloria per soli coro e orchestra ultimato nel 1966, al quale seguirono ampie pagine sinfonico-corali quali Messa “dei Patriarchi”Stabat MaterTe Deum Veni creator spiritus. Firmò le prime composizioni corali a partire dal 1947 ma soltanto alla fine degli anni Sessanta impostò un costante percorso creativo volto a sperimentare il genere della Lirica vocale da camera e l’elaborazione di motivi popolari friulani per cori di voci bianche in vista della promozione, quale docente di Educazione musicale nella Scuola Media, di un completo itinerario didattico ispirato al Metodo Kodály e dedicato alle scuole dell’obbligo. Il 1975 fu per il compositore un anno di decisiva svolta che vide l’inizio della lunga collaborazione con le Edizioni Suvini-Zerboni e le Edizioni Musicali Europee grazie al periodico «La Cartellina», diretto dai fidati collaboratori Roberto Goitre e Giovanni Acciai. La pubblicazione di oltre centotrenta tra composizioni corali sacre (Messe, Mottetti, Antifone, Inni, Salmi e Sequenze), profane (testi di Buonarroti, Catullo, D’Annunzio, Macchiavelli, Poliziano, Rilke, Rinuccini, Quasimodo, Saba, Ungaretti e tratti da liriche giapponesi e dai Carmina Burana) ed elaborazioni di motivi popolari friulani o appartenenti ad altre tradizioni regionali italiane, lo pose ben presto tra i più rilevanti, prolifici ed eseguiti compositori di musica corale a livello internazionale, consacrazione sottolineata da una cinquantina di premi e segnalazioni ottenuti in prestigiosi concorsi di composizione corale. Senza trascurare un personale contributo al teatro musicale didattico e alla letteratura corale su testi di Biagio Marin e di poeti contemporanei friulani, D. dedicò l’ultima stagione creativa a composizioni di asciutto taglio sperimentale per quartetto d’archi e alla prediletta produzione sacra; va segnalato in particolare il completamento per le Edizioni Carrara del capolavoro rappresentato dalla trilogia di Messe su temi gregoriani: Missa brevis, premiata a Tours nel 1990, Missa choralis super “Cunctipotens genitor Deus” Missa “Orbis factor”, dotata, quest’ultima, di Proprium completo; pure le Edizioni Musicali Pizzicato di Udine hanno seguito costantemente nel corso degli ultimi decenni la creatività del compositore, pubblicando numerose pagine sacre e profane e le due nutrite antologie Villotte e canti friulani Florilegium sacrum. Il contrappunto lineare di matrice modale, radicato nello stile compositivo di Orlando Dipiazza, individua quali principali modelli di riferimento il canto gregoriano, la lezione di Palestrina, Monteverdi e Gesualdo, la coralità francese del secondo Ottocento, il neo-madrigalismo di Pizzetti e, in tempi recenti, la tecnica dodecafonica e il minimalismo di Arvo Pärt. Scomparve a Palmanova il 19 agosto 2013.

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