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Sinopoli, Giuseppe
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“Di fatto sono nato il 2 novembre del 1946 a Venezia, ma considero come autentica terra natale la parte orientale della Sicilia, che ancora oggi misteriosi legami uniscono con l’originaria cultura degli antichi greci”. Così, nel 1975, in un autoritratto scritto per i Musiktage di DonaueschingenGiuseppe Sinopoli racconta di sé.

Dopo gli studi classici, frequenta la facoltà di Medicina, dell’Università di Padova e nel 1972, si laurea con una tesi in psichiatria.

Studia musica dapprima come auto didatta per iscriversi poi al Conservatorio di Venezia, dove terrà una cattedra di musica contemporanea ed elettronica.

Conosce Bruno Maderna: “grazie a Lui ho acquisito la conoscenza di un patrimonio culturale fondamentale che spazia dagli antichi fiamminghi alle diverse scuole veneziane”.

Incontra Franco Donatoni, “il mio unico maestro che mi ha insegnato a chiarire a me stesso domande fondamentali, a costringermi a delle decisioni, a rafforzare la mia individualità”.

Frequenta i corsi estivi di Darmstadt, dove viene invitato a insegnare composizione, fonda il Bruno Maderna Ensemble, gruppo dedicato all’esecuzione del repertorio contemporaneo.

Il primo titolo come compositore, Sintassi Teatrali, risale al 1968. Il catalogo delle sue opere comprende 31 lavori. Nel 1981 va in scena a Monaco di Baviera l’opera Lou Salomé. Da allora interrompe del tutto – “almeno per vent’anni”- la propria attività compositiva. Definisce la fase attuale dello scrivere musica un “periodo ellenistico”.

Dalla metà degli anni Settanta, la direzione d’orchestra diventa impegno predominante. Dopo aver frequentato all’Accademia di Musica di Vienna i corsi di Hans Swarowski, nel 1976 e 1977 dirige, alla Fenice di Venezia Aida e Tosca.

Nel 1978 debutta a Santa Cecilia, nel 1980 alla Deutsche Oper di Berlino (Macbeth) e alla Staatsoper di Vienna. Nel 1983 viene nominato direttore principale dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e della New Philharmonia Orchestra di Londra. Firma un contratto di esclusiva con la Deutsche Grammophon che prosegue fino al 1994, quando inizia a incidere anche per la Teldec.

Nel 1984 esegue Manon Lescaut al Coven Garden, nel 1985 Tosca al Metropolitan e Tannahauser al festival wagneriano di Bayreuth, dove ritorna regolarmente negli anni successivi.

Nel 2000 è il primo italiano a dirigervi la Tetralogia. Dirige i Wiener Philharmoniker, l’Orchestra del Maggio Musicale, la New York Philharmonic, i Berliner Philharmoniker ai festival di Salisburgo e di Lucerna e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Nel 1990 è nominato direttore principale della Deutsche Oper di Berlino, nel 1992 della Staatskpelle di Dresda, orchestra alla quale resterà sempre affettuosamente legato

Nel 1991 viene invitato dalla Filarmonica della Scala: inizio di un rapporto che da allora si rinnoverà ad ogni stagione. Il debutto alla Scala è del 1994, con Elektra di Strauss. Vi ritorna negli anni seguenti con Fanciulla del WestWoizzeckDonna senz’ombraArianna a Nasso. Per il giugno 2001 era in programma Turandot.

Nel 1992 esce Parsifal a Venezia, “più che romanzo una forma di diario dell’anima”.

Nel 1994 gli viene conferita la Gran Croce al Merito, massima onorificenza italiana, per i suoi meriti in campo musicale.

Più volte negli anni seguenti, dirige l’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole, testimoniando un impegno didattico e una attenzione all’aspetto sociale del fare musica che ha provato la sua espressione anche nell’affetto dimostrato verso l’Orchestra Sinfonica National Juvenil e Infantil De Venezuela.

Nel 1995 l’editore Marsilio pubblica: Aristaios – La collezione Giuseppe Sinopoli: materiali dell’egeo preclassico, greci, etruschi e magno greci.

Nel 1997 la Società Sigmund Freud di Vienna lo invita per una conferenza che sarà pubblicata con il titolo: Individuazione e nascita della coscienza nelle trasformazioni simboliche del personaggio di Kundry nel Parsifal di Wagner.

Nel 1999, per un breve periodo, è stato “supervisore generale” dell’Opera di Roma.

Giuseppe Sinopoli muore a Berlino il 20 aprile 2001, sul podio della Deutsche Oper, dove ritornava dopo dieci anni, mentre sta dirigendo il terzo atto della Aida. La serata era in memoria di GotzFriedrich, che di quel teatro era stato sovrintendente.

Per l’amico scomparso, Sinopoli scrisse una dedica che termina con queste parole:

 ”mentre Gotz mi accompagna questa sera sul podio, mi sembrerà ripetermi con voce serena e suasiva quanto l’Edipo sofocleo disse alla gente di Colono, prima di abbandonare la scena: “ Tu e questo paese abbiate buona sorta, e nella prosperità ricordatemi di me, quando sarò morto, per sempre felici”.

Il 23 aprile 2001 era fissata, alla Sapienza di Roma, la discussione della sua tesi di laurea in archeologia (relatore il professor Paolo Matthiae): Aspetti figurativi, rituali e simbolici di alcune tipologie architettoniche tra Siria, Palestina e Mesopotamia nel secondo e primo millennio avanti Cristo.

L’11 novembre dello stesso anno, l’università La Sapienza di Roma gli ha conferito la laurea ad memoriam.

Nel 2002 sono state pubblicate due raccolte di scritti del Maestro: Wagner o la musica degli affetti (FrancoAngeli editore) e Wagner  a Roma, edito per iniziativa degli Amici di Santa Cecilia.

di Sandro Cappelletto.

 

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“Di fatto sono nato il 2 novembre del 1946 a Venezia, ma considero come autentica terra natale la parte orientale della Sicilia, che ancora oggi misteriosi legami uniscono con l’originaria cultura degli antichi greci”. Così, nel 1975, in un autoritratto scritto per i Musiktage di DonaueschingenGiuseppe Sinopoli racconta di sé.

Dopo gli studi classici, frequenta la facoltà di Medicina, dell’Università di Padova e nel 1972, si laurea con una tesi in psichiatria.

Studia musica dapprima come auto didatta per iscriversi poi al Conservatorio di Venezia, dove terrà una cattedra di musica contemporanea ed elettronica.

Conosce Bruno Maderna: “grazie a Lui ho acquisito la conoscenza di un patrimonio culturale fondamentale che spazia dagli antichi fiamminghi alle diverse scuole veneziane”.

Incontra Franco Donatoni, “il mio unico maestro che mi ha insegnato a chiarire a me stesso domande fondamentali, a costringermi a delle decisioni, a rafforzare la mia individualità”.

Frequenta i corsi estivi di Darmstadt, dove viene invitato a insegnare composizione, fonda il Bruno Maderna Ensemble, gruppo dedicato all’esecuzione del repertorio contemporaneo.

Il primo titolo come compositore, Sintassi Teatrali, risale al 1968. Il catalogo delle sue opere comprende 31 lavori. Nel 1981 va in scena a Monaco di Baviera l’opera Lou Salomé. Da allora interrompe del tutto – “almeno per vent’anni”- la propria attività compositiva. Definisce la fase attuale dello scrivere musica un “periodo ellenistico”.

Dalla metà degli anni Settanta, la direzione d’orchestra diventa impegno predominante. Dopo aver frequentato all’Accademia di Musica di Vienna i corsi di Hans Swarowski, nel 1976 e 1977 dirige, alla Fenice di Venezia Aida e Tosca.

Nel 1978 debutta a Santa Cecilia, nel 1980 alla Deutsche Oper di Berlino (Macbeth) e alla Staatsoper di Vienna. Nel 1983 viene nominato direttore principale dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e della New Philharmonia Orchestra di Londra. Firma un contratto di esclusiva con la Deutsche Grammophon che prosegue fino al 1994, quando inizia a incidere anche per la Teldec.

Nel 1984 esegue Manon Lescaut al Coven Garden, nel 1985 Tosca al Metropolitan e Tannahauser al festival wagneriano di Bayreuth, dove ritorna regolarmente negli anni successivi.

Nel 2000 è il primo italiano a dirigervi la Tetralogia. Dirige i Wiener Philharmoniker, l’Orchestra del Maggio Musicale, la New York Philharmonic, i Berliner Philharmoniker ai festival di Salisburgo e di Lucerna e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Nel 1990 è nominato direttore principale della Deutsche Oper di Berlino, nel 1992 della Staatskpelle di Dresda, orchestra alla quale resterà sempre affettuosamente legato

Nel 1991 viene invitato dalla Filarmonica della Scala: inizio di un rapporto che da allora si rinnoverà ad ogni stagione. Il debutto alla Scala è del 1994, con Elektra di Strauss. Vi ritorna negli anni seguenti con Fanciulla del WestWoizzeckDonna senz’ombraArianna a Nasso. Per il giugno 2001 era in programma Turandot.

Nel 1992 esce Parsifal a Venezia, “più che romanzo una forma di diario dell’anima”.

Nel 1994 gli viene conferita la Gran Croce al Merito, massima onorificenza italiana, per i suoi meriti in campo musicale.

Più volte negli anni seguenti, dirige l’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole, testimoniando un impegno didattico e una attenzione all’aspetto sociale del fare musica che ha provato la sua espressione anche nell’affetto dimostrato verso l’Orchestra Sinfonica National Juvenil e Infantil De Venezuela.

Nel 1995 l’editore Marsilio pubblica: Aristaios – La collezione Giuseppe Sinopoli: materiali dell’egeo preclassico, greci, etruschi e magno greci.

Nel 1997 la Società Sigmund Freud di Vienna lo invita per una conferenza che sarà pubblicata con il titolo: Individuazione e nascita della coscienza nelle trasformazioni simboliche del personaggio di Kundry nel Parsifal di Wagner.

Nel 1999, per un breve periodo, è stato “supervisore generale” dell’Opera di Roma.

Giuseppe Sinopoli muore a Berlino il 20 aprile 2001, sul podio della Deutsche Oper, dove ritornava dopo dieci anni, mentre sta dirigendo il terzo atto della Aida. La serata era in memoria di GotzFriedrich, che di quel teatro era stato sovrintendente.

Per l’amico scomparso, Sinopoli scrisse una dedica che termina con queste parole:

 ”mentre Gotz mi accompagna questa sera sul podio, mi sembrerà ripetermi con voce serena e suasiva quanto l’Edipo sofocleo disse alla gente di Colono, prima di abbandonare la scena: “ Tu e questo paese abbiate buona sorta, e nella prosperità ricordatemi di me, quando sarò morto, per sempre felici”.

Il 23 aprile 2001 era fissata, alla Sapienza di Roma, la discussione della sua tesi di laurea in archeologia (relatore il professor Paolo Matthiae): Aspetti figurativi, rituali e simbolici di alcune tipologie architettoniche tra Siria, Palestina e Mesopotamia nel secondo e primo millennio avanti Cristo.

L’11 novembre dello stesso anno, l’università La Sapienza di Roma gli ha conferito la laurea ad memoriam.

Nel 2002 sono state pubblicate due raccolte di scritti del Maestro: Wagner o la musica degli affetti (FrancoAngeli editore) e Wagner  a Roma, edito per iniziativa degli Amici di Santa Cecilia.

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Dopo gli studi classici, frequenta la facoltà di Medicina, dell’Università di Padova e nel 1972, si laurea con una tesi in psichiatria.

Studia musica dapprima come auto didatta per iscriversi poi al Conservatorio di Venezia, dove terrà una cattedra di musica contemporanea ed elettronica.

Conosce Bruno Maderna: “grazie a Lui ho acquisito la conoscenza di un patrimonio culturale fondamentale che spazia dagli antichi fiamminghi alle diverse scuole veneziane”.

Incontra Franco Donatoni, “il mio unico maestro che mi ha insegnato a chiarire a me stesso domande fondamentali, a costringermi a delle decisioni, a rafforzare la mia individualità”.

Frequenta i corsi estivi di Darmstadt, dove viene invitato a insegnare composizione, fonda il Bruno Maderna Ensemble, gruppo dedicato all’esecuzione del repertorio contemporaneo.

Il primo titolo come compositore, Sintassi Teatrali, risale al 1968. Il catalogo delle sue opere comprende 31 lavori. Nel 1981 va in scena a Monaco di Baviera l’opera Lou Salomé. Da allora interrompe del tutto – “almeno per vent’anni”- la propria attività compositiva. Definisce la fase attuale dello scrivere musica un “periodo ellenistico”.

Dalla metà degli anni Settanta, la direzione d’orchestra diventa impegno predominante. Dopo aver frequentato all’Accademia di Musica di Vienna i corsi di Hans Swarowski, nel 1976 e 1977 dirige, alla Fenice di Venezia Aida e Tosca.

Nel 1978 debutta a Santa Cecilia, nel 1980 alla Deutsche Oper di Berlino (Macbeth) e alla Staatsoper di Vienna. Nel 1983 viene nominato direttore principale dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e della New Philharmonia Orchestra di Londra. Firma un contratto di esclusiva con la Deutsche Grammophon che prosegue fino al 1994, quando inizia a incidere anche per la Teldec.

Nel 1984 esegue Manon Lescaut al Coven Garden, nel 1985 Tosca al Metropolitan e Tannahauser al festival wagneriano di Bayreuth, dove ritorna regolarmente negli anni successivi.

Nel 2000 è il primo italiano a dirigervi la Tetralogia. Dirige i Wiener Philharmoniker, l’Orchestra del Maggio Musicale, la New York Philharmonic, i Berliner Philharmoniker ai festival di Salisburgo e di Lucerna e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Nel 1990 è nominato direttore principale della Deutsche Oper di Berlino, nel 1992 della Staatskpelle di Dresda, orchestra alla quale resterà sempre affettuosamente legato

Nel 1991 viene invitato dalla Filarmonica della Scala: inizio di un rapporto che da allora si rinnoverà ad ogni stagione. Il debutto alla Scala è del 1994, con Elektra di Strauss. Vi ritorna negli anni seguenti con Fanciulla del WestWoizzeckDonna senz’ombraArianna a Nasso. Per il giugno 2001 era in programma Turandot.

Nel 1992 esce Parsifal a Venezia, “più che romanzo una forma di diario dell’anima”.

Nel 1994 gli viene conferita la Gran Croce al Merito, massima onorificenza italiana, per i suoi meriti in campo musicale.

Più volte negli anni seguenti, dirige l’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole, testimoniando un impegno didattico e una attenzione all’aspetto sociale del fare musica che ha provato la sua espressione anche nell’affetto dimostrato verso l’Orchestra Sinfonica National Juvenil e Infantil De Venezuela.

Nel 1995 l’editore Marsilio pubblica: Aristaios – La collezione Giuseppe Sinopoli: materiali dell’egeo preclassico, greci, etruschi e magno greci.

Nel 1997 la Società Sigmund Freud di Vienna lo invita per una conferenza che sarà pubblicata con il titolo: Individuazione e nascita della coscienza nelle trasformazioni simboliche del personaggio di Kundry nel Parsifal di Wagner.

Nel 1999, per un breve periodo, è stato “supervisore generale” dell’Opera di Roma.

Giuseppe Sinopoli muore a Berlino il 20 aprile 2001, sul podio della Deutsche Oper, dove ritornava dopo dieci anni, mentre sta dirigendo il terzo atto della Aida. La serata era in memoria di GotzFriedrich, che di quel teatro era stato sovrintendente.

Per l’amico scomparso, Sinopoli scrisse una dedica che termina con queste parole:

 ”mentre Gotz mi accompagna questa sera sul podio, mi sembrerà ripetermi con voce serena e suasiva quanto l’Edipo sofocleo disse alla gente di Colono, prima di abbandonare la scena: “ Tu e questo paese abbiate buona sorta, e nella prosperità ricordatemi di me, quando sarò morto, per sempre felici”.

Il 23 aprile 2001 era fissata, alla Sapienza di Roma, la discussione della sua tesi di laurea in archeologia (relatore il professor Paolo Matthiae): Aspetti figurativi, rituali e simbolici di alcune tipologie architettoniche tra Siria, Palestina e Mesopotamia nel secondo e primo millennio avanti Cristo.

L’11 novembre dello stesso anno, l’università La Sapienza di Roma gli ha conferito la laurea ad memoriam.

Nel 2002 sono state pubblicate due raccolte di scritti del Maestro: Wagner o la musica degli affetti (FrancoAngeli editore) e Wagner  a Roma, edito per iniziativa degli Amici di Santa Cecilia.

di Sandro Cappelletto.

 

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