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Viotti, Giovanni Battista
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Giovanni Battista Viotti (Fontanetto Po, 12 maggio 1755 – Londra, 3 marzo 1824) è stato un compositore e violinista italiano.

Il piccolo Giovanni Battista ebbe modo di manifestare presto il proprio talento musicale, stimolato dall’interesse per la musica del padre, Felice Viotti. Questi faceva il fabbro ferraio ma si dilettava a tenere serate musicali in casa, dove suonava il corno da caccia, e aiutò Giovanni Battista nei primi decisivi anni di formazione. Condotto nel 1766 da un certo signor Giovanni Pavia a suonare per una festa religiosa a Strambino (o Ivrea), fu notato dal vescovo, monsignor Francesco Rorà, che gli consigliò di trasferirsi a Torino per studiare presso la casa della Marchesa di Voghera.

Qui fu preso sotto la protezione del figlio della Marchesa, il principe Alfonso Dal Pozzo della Cisterna, che affidò l’educazione musicale del giovane Giovanni Battista dapprima al violinista Celoniati (probabilmente Carlo Antonio) e successivamente a Gaetano Pugnani.

Il primo incarico professionale di Viotti risale alla stagione 1773-1774, in cui compare tra i violini dell’orchestra del Teatro Regio; due anni dopo, il 27 dicembre 1775, venne assunto come «soprannumerario» nell’orchestra di corte e fu confermato il marzo successivo. Durante il periodo torinese Viotti tenne probabilmente numerose accademie private, anche se la prima testimonianza risale al 1778, secondo una recensione della Gazzetta di Torino.

Il basso stipendio ricevuto alla Cappella Reale probabilmente lo indussero a intraprendere nel 1780 una tournée europea al fianco di Pugnani, suonando dapprima a Ginevra e Berna. I concerti tenuti in Svizzera e la fama ottenuta stimolarono Viotti a proseguire il viaggio, esibendosi a Dresda presso il Principe elettore di Sassonia Federico Augusto III, e a Berlino, nell’aprile 1780, al cospetto di Federico II e del principe Federico Guglielmo. Dopo Berlino ritroviamo Viotti in Polonia, presso Stanislao II Augusto Poniatowski, e a San Pietroburgo, dal gennaio 1781 per quasi dieci mesi, durante i quali si esibisce a corte, al cospetto di Caterina II, e in concerti pubblici. Una breve tappa a Berlino consentì a Viotti di dare alle stampe il suo primo concerto per violino in La maggiore, poi ripubblicato a Parigi come No. 3; questa tappa segnò la sua separazione definitiva da Pugnani, che seguì la via di Torino mentre Viotti si avviò verso Parigi.

Inserito probabilmente nel circuito concertistico dal Baron de Bagge, noto violinista amatore, Viotti apparve per la prima volta al Concert Spirituel il 17 marzo 1782, ottenendo un grandissimo successo, e per due stagioni vi suonò ben 27 volte. Forse una maggiore sicurezza economica o la volubilità del pubblico parigino lo spinsero a dedicarsi all’attività esecutiva negli ambienti privati e a corte; diresse l’orchestra del principe di Rohan-Guémenée e probabilmente quella del principe di Soubise, per poi entrare, nel gennaio 1784, al servizio di Maria Antonietta a Versailles.

L’impegno di musicista di corte e la possibilità di avere sottomano un’orchestra intensificarono la sua attività compositiva, con la produzione di numerosi concerti per violino e di musica da camera. Dopo un periodo in cui si dedicò verosimilmente alla composizione e all’insegnamento, nel 1789 iniziò per Viotti un’intensa carriera di impresario teatrale, che lo accompagnerà per tutta la vita con esiti non sempre felici.

Nel luglio 1792, travolto dall’incalzare della Rivoluzione e reo di essere amico della regina e straniero, Viotti dovette lasciare la direzione del teatro — che nel frattempo si era trasferita dal palazzo delle Tuileries alla Salle de la Foire de Saint-Germain, prima, e alla Salle de la rue Feydeau, poi — e partire alla volta di Londra.

A Londra legò con William e Margaret Chinnery una stretta e sincera amicizia che durerà per tutta la vita, e si dedicò all’attività concertistica, esibendosi nei più prestigiosi palcoscenici e nei circoli privati più importanti, tra cui quello del principe di Galles. Grazie alla sua aspirazione imprenditoriale nel 1794 ottenne l’incarico di acting manager del King’s Theatre (Opera House at Haymarket), assumendosi la responsabilità della programmazione concertistica, e nel 1797 successe a W. Cramer come direttore d’orchestra; in questa sede ebbe modo di entrare in contatto con Franz Joseph Haydn, ai cui benefit concerts suonò più volte.

La frequentazione di luoghi sospetti come la locanda “Crown and Anchor Inn”, l’essere stato legato a personaggi simpatizzanti la Rivoluzione e la presenza di lettere che testimoniavano un rapporto ancora frequente con la Francia furono tra le cause che, nel marzo 1798, portarono il governo britannico a espellere Viotti dall’Inghilterra per sospetto giacobinismo. Viotti scrisse una vibrante dichiarazione di protesta sul Times e si imbarcò il 10 marzo per Schenefeld (Pinneberg), nei pressi di Amburgo, dove visse per quasi due anni, rifiutando di esibirsi in pubblico e dedicandosi all’attività di insegnamento e di composizione.

Nel luglio 1799 lasciò la Germania e nel 1801 (forse prima) si recò a Londra, dove dedicò le proprie energie esclusivamente al commercio di vini, che lo vide ripetutamente vacillare tra successi e dissesti finanziari; continuò a comporre e suonare negli ambienti privati e per gli amici, ma si ritirò quasi interamente dall’attività concertistica.

Viotti ritornò alla vita pubblica solo nel 1813, quando apparve, al fianco di Muzio Clementi e W. Cramer, nella lista dei fondatori della London Philharmonic Society, patrocinata dal duca di Cambridge, suo amico e dedicatario del concerto per violino No. 27. Tuttavia, l’esperienza della Philharmonic si rivelò piuttosto amareggiante e, dopo qualche anno travagliato per l’esclusione dall’incarico di segretario-tesoriere e per i debiti accumulati nell’attività commerciale, tentò ancora la via di Parigi.

Nel 1818, grazie a una sua vecchia conoscenza, il Monsieur conte di Provenza ora divenuto Luigi XVIII, rilevò il Théâtre Italien e fu nominato direttore della tanto desiderata Opéra (13 novembre 1819), ben trent’anni dopo dalla sua prima richiesta. Il conferimento di tale incarico dimostra come Viotti continuasse a godere di profondo credito da parte dell’ambiente francese, pur essendo lontano da Parigi. L’onere di amministrare due teatri, entrambi dipendenti dall’Académie Royale de Musique, ma ciascuno dotato di un proprio complesso artistico autonomo, fu per Viotti forse un peso di cui aveva sottovalutato le responsabilità.

Criticato anche come direttore dell’Italien, nel 1821 abbandonò per sempre l’impresa teatrale per ritornare, nel 1823, a Londra, dai suoi cari amici Chinnery, e spegnersi l’anno successivo nella loro casa al n. 5 di Barkey Street, in Portman Square. Fu sepolto nella parrocchia (cioè nel cimitero della medesima) di St. Marylebone.

 

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Giovanni Battista Viotti (Fontanetto Po, 12 maggio 1755 – Londra, 3 marzo 1824) è stato un compositore e violinista italiano.

Il piccolo Giovanni Battista ebbe modo di manifestare presto il proprio talento musicale, stimolato dall’interesse per la musica del padre, Felice Viotti. Questi faceva il fabbro ferraio ma si dilettava a tenere serate musicali in casa, dove suonava il corno da caccia, e aiutò Giovanni Battista nei primi decisivi anni di formazione. Condotto nel 1766 da un certo signor Giovanni Pavia a suonare per una festa religiosa a Strambino (o Ivrea), fu notato dal vescovo, monsignor Francesco Rorà, che gli consigliò di trasferirsi a Torino per studiare presso la casa della Marchesa di Voghera.

Qui fu preso sotto la protezione del figlio della Marchesa, il principe Alfonso Dal Pozzo della Cisterna, che affidò l’educazione musicale del giovane Giovanni Battista dapprima al violinista Celoniati (probabilmente Carlo Antonio) e successivamente a Gaetano Pugnani.

Il primo incarico professionale di Viotti risale alla stagione 1773-1774, in cui compare tra i violini dell’orchestra del Teatro Regio; due anni dopo, il 27 dicembre 1775, venne assunto come «soprannumerario» nell’orchestra di corte e fu confermato il marzo successivo. Durante il periodo torinese Viotti tenne probabilmente numerose accademie private, anche se la prima testimonianza risale al 1778, secondo una recensione della Gazzetta di Torino.

Il basso stipendio ricevuto alla Cappella Reale probabilmente lo indussero a intraprendere nel 1780 una tournée europea al fianco di Pugnani, suonando dapprima a Ginevra e Berna. I concerti tenuti in Svizzera e la fama ottenuta stimolarono Viotti a proseguire il viaggio, esibendosi a Dresda presso il Principe elettore di Sassonia Federico Augusto III, e a Berlino, nell’aprile 1780, al cospetto di Federico II e del principe Federico Guglielmo. Dopo Berlino ritroviamo Viotti in Polonia, presso Stanislao II Augusto Poniatowski, e a San Pietroburgo, dal gennaio 1781 per quasi dieci mesi, durante i quali si esibisce a corte, al cospetto di Caterina II, e in concerti pubblici. Una breve tappa a Berlino consentì a Viotti di dare alle stampe il suo primo concerto per violino in La maggiore, poi ripubblicato a Parigi come No. 3; questa tappa segnò la sua separazione definitiva da Pugnani, che seguì la via di Torino mentre Viotti si avviò verso Parigi.

Inserito probabilmente nel circuito concertistico dal Baron de Bagge, noto violinista amatore, Viotti apparve per la prima volta al Concert Spirituel il 17 marzo 1782, ottenendo un grandissimo successo, e per due stagioni vi suonò ben 27 volte. Forse una maggiore sicurezza economica o la volubilità del pubblico parigino lo spinsero a dedicarsi all’attività esecutiva negli ambienti privati e a corte; diresse l’orchestra del principe di Rohan-Guémenée e probabilmente quella del principe di Soubise, per poi entrare, nel gennaio 1784, al servizio di Maria Antonietta a Versailles.

L’impegno di musicista di corte e la possibilità di avere sottomano un’orchestra intensificarono la sua attività compositiva, con la produzione di numerosi concerti per violino e di musica da camera. Dopo un periodo in cui si dedicò verosimilmente alla composizione e all’insegnamento, nel 1789 iniziò per Viotti un’intensa carriera di impresario teatrale, che lo accompagnerà per tutta la vita con esiti non sempre felici.

Nel luglio 1792, travolto dall’incalzare della Rivoluzione e reo di essere amico della regina e straniero, Viotti dovette lasciare la direzione del teatro — che nel frattempo si era trasferita dal palazzo delle Tuileries alla Salle de la Foire de Saint-Germain, prima, e alla Salle de la rue Feydeau, poi — e partire alla volta di Londra.

A Londra legò con William e Margaret Chinnery una stretta e sincera amicizia che durerà per tutta la vita, e si dedicò all’attività concertistica, esibendosi nei più prestigiosi palcoscenici e nei circoli privati più importanti, tra cui quello del principe di Galles. Grazie alla sua aspirazione imprenditoriale nel 1794 ottenne l’incarico di acting manager del King’s Theatre (Opera House at Haymarket), assumendosi la responsabilità della programmazione concertistica, e nel 1797 successe a W. Cramer come direttore d’orchestra; in questa sede ebbe modo di entrare in contatto con Franz Joseph Haydn, ai cui benefit concerts suonò più volte.

La frequentazione di luoghi sospetti come la locanda “Crown and Anchor Inn”, l’essere stato legato a personaggi simpatizzanti la Rivoluzione e la presenza di lettere che testimoniavano un rapporto ancora frequente con la Francia furono tra le cause che, nel marzo 1798, portarono il governo britannico a espellere Viotti dall’Inghilterra per sospetto giacobinismo. Viotti scrisse una vibrante dichiarazione di protesta sul Times e si imbarcò il 10 marzo per Schenefeld (Pinneberg), nei pressi di Amburgo, dove visse per quasi due anni, rifiutando di esibirsi in pubblico e dedicandosi all’attività di insegnamento e di composizione.

Nel luglio 1799 lasciò la Germania e nel 1801 (forse prima) si recò a Londra, dove dedicò le proprie energie esclusivamente al commercio di vini, che lo vide ripetutamente vacillare tra successi e dissesti finanziari; continuò a comporre e suonare negli ambienti privati e per gli amici, ma si ritirò quasi interamente dall’attività concertistica.

Viotti ritornò alla vita pubblica solo nel 1813, quando apparve, al fianco di Muzio Clementi e W. Cramer, nella lista dei fondatori della London Philharmonic Society, patrocinata dal duca di Cambridge, suo amico e dedicatario del concerto per violino No. 27. Tuttavia, l’esperienza della Philharmonic si rivelò piuttosto amareggiante e, dopo qualche anno travagliato per l’esclusione dall’incarico di segretario-tesoriere e per i debiti accumulati nell’attività commerciale, tentò ancora la via di Parigi.

Nel 1818, grazie a una sua vecchia conoscenza, il Monsieur conte di Provenza ora divenuto Luigi XVIII, rilevò il Théâtre Italien e fu nominato direttore della tanto desiderata Opéra (13 novembre 1819), ben trent’anni dopo dalla sua prima richiesta. Il conferimento di tale incarico dimostra come Viotti continuasse a godere di profondo credito da parte dell’ambiente francese, pur essendo lontano da Parigi. L’onere di amministrare due teatri, entrambi dipendenti dall’Académie Royale de Musique, ma ciascuno dotato di un proprio complesso artistico autonomo, fu per Viotti forse un peso di cui aveva sottovalutato le responsabilità.

Criticato anche come direttore dell’Italien, nel 1821 abbandonò per sempre l’impresa teatrale per ritornare, nel 1823, a Londra, dai suoi cari amici Chinnery, e spegnersi l’anno successivo nella loro casa al n. 5 di Barkey Street, in Portman Square. Fu sepolto nella parrocchia (cioè nel cimitero della medesima) di St. Marylebone.

 

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Giovanni Battista Viotti (Fontanetto Po, 12 maggio 1755 – Londra, 3 marzo 1824) è stato un compositore e violinista italiano.

Il piccolo Giovanni Battista ebbe modo di manifestare presto il proprio talento musicale, stimolato dall’interesse per la musica del padre, Felice Viotti. Questi faceva il fabbro ferraio ma si dilettava a tenere serate musicali in casa, dove suonava il corno da caccia, e aiutò Giovanni Battista nei primi decisivi anni di formazione. Condotto nel 1766 da un certo signor Giovanni Pavia a suonare per una festa religiosa a Strambino (o Ivrea), fu notato dal vescovo, monsignor Francesco Rorà, che gli consigliò di trasferirsi a Torino per studiare presso la casa della Marchesa di Voghera.

Qui fu preso sotto la protezione del figlio della Marchesa, il principe Alfonso Dal Pozzo della Cisterna, che affidò l’educazione musicale del giovane Giovanni Battista dapprima al violinista Celoniati (probabilmente Carlo Antonio) e successivamente a Gaetano Pugnani.

Il primo incarico professionale di Viotti risale alla stagione 1773-1774, in cui compare tra i violini dell’orchestra del Teatro Regio; due anni dopo, il 27 dicembre 1775, venne assunto come «soprannumerario» nell’orchestra di corte e fu confermato il marzo successivo. Durante il periodo torinese Viotti tenne probabilmente numerose accademie private, anche se la prima testimonianza risale al 1778, secondo una recensione della Gazzetta di Torino.

Il basso stipendio ricevuto alla Cappella Reale probabilmente lo indussero a intraprendere nel 1780 una tournée europea al fianco di Pugnani, suonando dapprima a Ginevra e Berna. I concerti tenuti in Svizzera e la fama ottenuta stimolarono Viotti a proseguire il viaggio, esibendosi a Dresda presso il Principe elettore di Sassonia Federico Augusto III, e a Berlino, nell’aprile 1780, al cospetto di Federico II e del principe Federico Guglielmo. Dopo Berlino ritroviamo Viotti in Polonia, presso Stanislao II Augusto Poniatowski, e a San Pietroburgo, dal gennaio 1781 per quasi dieci mesi, durante i quali si esibisce a corte, al cospetto di Caterina II, e in concerti pubblici. Una breve tappa a Berlino consentì a Viotti di dare alle stampe il suo primo concerto per violino in La maggiore, poi ripubblicato a Parigi come No. 3; questa tappa segnò la sua separazione definitiva da Pugnani, che seguì la via di Torino mentre Viotti si avviò verso Parigi.

Inserito probabilmente nel circuito concertistico dal Baron de Bagge, noto violinista amatore, Viotti apparve per la prima volta al Concert Spirituel il 17 marzo 1782, ottenendo un grandissimo successo, e per due stagioni vi suonò ben 27 volte. Forse una maggiore sicurezza economica o la volubilità del pubblico parigino lo spinsero a dedicarsi all’attività esecutiva negli ambienti privati e a corte; diresse l’orchestra del principe di Rohan-Guémenée e probabilmente quella del principe di Soubise, per poi entrare, nel gennaio 1784, al servizio di Maria Antonietta a Versailles.

L’impegno di musicista di corte e la possibilità di avere sottomano un’orchestra intensificarono la sua attività compositiva, con la produzione di numerosi concerti per violino e di musica da camera. Dopo un periodo in cui si dedicò verosimilmente alla composizione e all’insegnamento, nel 1789 iniziò per Viotti un’intensa carriera di impresario teatrale, che lo accompagnerà per tutta la vita con esiti non sempre felici.

Nel luglio 1792, travolto dall’incalzare della Rivoluzione e reo di essere amico della regina e straniero, Viotti dovette lasciare la direzione del teatro — che nel frattempo si era trasferita dal palazzo delle Tuileries alla Salle de la Foire de Saint-Germain, prima, e alla Salle de la rue Feydeau, poi — e partire alla volta di Londra.

A Londra legò con William e Margaret Chinnery una stretta e sincera amicizia che durerà per tutta la vita, e si dedicò all’attività concertistica, esibendosi nei più prestigiosi palcoscenici e nei circoli privati più importanti, tra cui quello del principe di Galles. Grazie alla sua aspirazione imprenditoriale nel 1794 ottenne l’incarico di acting manager del King’s Theatre (Opera House at Haymarket), assumendosi la responsabilità della programmazione concertistica, e nel 1797 successe a W. Cramer come direttore d’orchestra; in questa sede ebbe modo di entrare in contatto con Franz Joseph Haydn, ai cui benefit concerts suonò più volte.

La frequentazione di luoghi sospetti come la locanda “Crown and Anchor Inn”, l’essere stato legato a personaggi simpatizzanti la Rivoluzione e la presenza di lettere che testimoniavano un rapporto ancora frequente con la Francia furono tra le cause che, nel marzo 1798, portarono il governo britannico a espellere Viotti dall’Inghilterra per sospetto giacobinismo. Viotti scrisse una vibrante dichiarazione di protesta sul Times e si imbarcò il 10 marzo per Schenefeld (Pinneberg), nei pressi di Amburgo, dove visse per quasi due anni, rifiutando di esibirsi in pubblico e dedicandosi all’attività di insegnamento e di composizione.

Nel luglio 1799 lasciò la Germania e nel 1801 (forse prima) si recò a Londra, dove dedicò le proprie energie esclusivamente al commercio di vini, che lo vide ripetutamente vacillare tra successi e dissesti finanziari; continuò a comporre e suonare negli ambienti privati e per gli amici, ma si ritirò quasi interamente dall’attività concertistica.

Viotti ritornò alla vita pubblica solo nel 1813, quando apparve, al fianco di Muzio Clementi e W. Cramer, nella lista dei fondatori della London Philharmonic Society, patrocinata dal duca di Cambridge, suo amico e dedicatario del concerto per violino No. 27. Tuttavia, l’esperienza della Philharmonic si rivelò piuttosto amareggiante e, dopo qualche anno travagliato per l’esclusione dall’incarico di segretario-tesoriere e per i debiti accumulati nell’attività commerciale, tentò ancora la via di Parigi.

Nel 1818, grazie a una sua vecchia conoscenza, il Monsieur conte di Provenza ora divenuto Luigi XVIII, rilevò il Théâtre Italien e fu nominato direttore della tanto desiderata Opéra (13 novembre 1819), ben trent’anni dopo dalla sua prima richiesta. Il conferimento di tale incarico dimostra come Viotti continuasse a godere di profondo credito da parte dell’ambiente francese, pur essendo lontano da Parigi. L’onere di amministrare due teatri, entrambi dipendenti dall’Académie Royale de Musique, ma ciascuno dotato di un proprio complesso artistico autonomo, fu per Viotti forse un peso di cui aveva sottovalutato le responsabilità.

Criticato anche come direttore dell’Italien, nel 1821 abbandonò per sempre l’impresa teatrale per ritornare, nel 1823, a Londra, dai suoi cari amici Chinnery, e spegnersi l’anno successivo nella loro casa al n. 5 di Barkey Street, in Portman Square. Fu sepolto nella parrocchia (cioè nel cimitero della medesima) di St. Marylebone.

 

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