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Strumentazione:
Genere:
Tipo di edizione:
Specifiche:
Prefazione e revisione di Luca Battioni Traduzione inglese di Simon Horn
Il Traité de modulations scritto dal chitarrista e compositore francese Adolphe Le Dhuy apparve per la prima volta in appendice alle sue Études caractéristiques pour la guitare Op. 21 pubblicate dall’editore parigino Lemoine. Si tratta di un testo fino ad oggi rimasto sconosciuto, ma che può offrire un interessante spaccato sulla pratica dell’armonia nell’Ottocento nonché aggiungersi all’esiguo corpus di metodi e trattati per chitarra dell’epoca. Se da una parte Le Dhuy mutua questo suo compendio di armonia dal metodo di Dionisio Aguado (con appendice di François de Fossa), non mancano tuttavia una serie di suoi contributi originali. Vari accordi, cadenze e modulazioni, scritte e diteggiate in cinque posizioni, possono ancora oggi offrire spunti per approfondire lo studio dell’armonia e dell’improvvisazione sulla tastiera della chitarra oltre che aiutarci a comprendere come questo studio si inserisse nella pratica compositiva e performativa dell’epoca. Questo materiale fu infatti concepito da Le Dhuy come propedeutico alla pratica del preludiare e del modulare; quest’ultima consisteva nell’estemporanea composizione di un preludio che collegasse la fine di un brano in una tonalità all’inizio del successivo in un’altra. Inoltre, come scrive lui stesso nel trattato, “[questo materiale] può servire per variare i finali dei pezzi, che si assomigliano quasi sempre”. È indicativo, da questo punto di vista, che il Traité de modulations fosse pubblicato come parte integrante dell’op. 21 delle Études caractéristiques e non come testo a sé stante. In questa edizione moderna pubblicata dalle Edizioni Suvini Zerboni, il testo originale in lingua francese è accompagnato da una traduzione in italiano e in inglese.
Organico:
Durata:
Anno di composizione:
World premiere:
Numero di catalogo:
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Prefazione e revisione di Luca Battioni Traduzione inglese di Simon Horn
Il Traité de modulations scritto dal chitarrista e compositore francese Adolphe Le Dhuy apparve per la prima volta in appendice alle sue Études caractéristiques pour la guitare Op. 21 pubblicate dall’editore parigino Lemoine. Si tratta di un testo fino ad oggi rimasto sconosciuto, ma che può offrire un interessante spaccato sulla pratica dell’armonia nell’Ottocento nonché aggiungersi all’esiguo corpus di metodi e trattati per chitarra dell’epoca. Se da una parte Le Dhuy mutua questo suo compendio di armonia dal metodo di Dionisio Aguado (con appendice di François de Fossa), non mancano tuttavia una serie di suoi contributi originali. Vari accordi, cadenze e modulazioni, scritte e diteggiate in cinque posizioni, possono ancora oggi offrire spunti per approfondire lo studio dell’armonia e dell’improvvisazione sulla tastiera della chitarra oltre che aiutarci a comprendere come questo studio si inserisse nella pratica compositiva e performativa dell’epoca. Questo materiale fu infatti concepito da Le Dhuy come propedeutico alla pratica del preludiare e del modulare; quest’ultima consisteva nell’estemporanea composizione di un preludio che collegasse la fine di un brano in una tonalità all’inizio del successivo in un’altra. Inoltre, come scrive lui stesso nel trattato, “[questo materiale] può servire per variare i finali dei pezzi, che si assomigliano quasi sempre”. È indicativo, da questo punto di vista, che il Traité de modulations fosse pubblicato come parte integrante dell’op. 21 delle Études caractéristiques e non come testo a sé stante. In questa edizione moderna pubblicata dalle Edizioni Suvini Zerboni, il testo originale in lingua francese è accompagnato da una traduzione in italiano e in inglese.
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