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Maurilio Cacciatore, TRILOGIA DEI FOLLETTI
Maurilio Cacciatore, TRILOGIA DEI FOLLETTI

Nelle composizioni di Maurilio Cacciatore, strumenti acustici e le possibilità della musica digitale si fondono tramite l’uso dell’informatica e di dispositivi elettromeccanici. Tra le polarità opposte degli strumenti tradizionali e dell’elettronica pura si colloca un ampio ventaglio di sonorità ibride, ottenute grazie a tecniche esecutive innovative. Un altro elemento distintivo delle opere di Cacciatore è l’integrazione tra musica, luci e aspetti visivi, che in una dimensione teatrale e drammatica diviene una parte essenziale della performance, risultando in un’unità multimediale.

Questi aspetti si ritrovano nella Trilogia dei folletti, che richiama figure fantastiche di molte tradizioni popolari: esseri piccoli, sfuggenti, a volte benevoli e altre maligni, spesso autori di scherzi. Il titolo dedicato ai folletti ha una spiegazione curiosa, fornita dallo stesso Cacciatore:
«Il richiamo ai folletti è essenzialmente un pretesto. Talvolta il titolo di una composizione nasce dal contenuto musicale o da elementi extramusicali, ma in questo caso è diverso. Fin dall’adolescenza desideravo scrivere un pezzo chiamato come il primo della trilogia, “Ecco perché ho paura dei folletti”. Tuttavia, non ho concretizzato l’idea fino al 2019, quando mi è stato chiesto di comporre un brano per flauto contrabbasso. L’immaginario legato ai folletti è spesso associato a un lato ludico e a uno magico, entrambi distanti dalla realtà. In musica, per me, questo si traduce nell’utilizzo non convenzionale degli strumenti. Non si tratta di esplorare tutte le tecniche contemporanee, ma di seguire un pensiero laterale che mi permetta di vedere la realtà da un altro punto di vista».

La Trilogia dei folletti per ensemble, luci, video ed elettronica è composta da tre brani per formazioni diverse, scritti in un arco di quattro anni. Il primo pezzo, Ecco perché ho paura dei folletti (2019), è un lavoro per flauto contrabbasso, live video e live electronics, commissionato dall’ensemble HANATSUmiroir di Strasburgo. In questo brano, il flauto contrabbasso è utilizzato come strumento a percussione, evocando la paura associata al titolo.

Il secondo pezzo, Ho fatto amicizia coi folletti (2021), consiste in quattro composizioni per sassofono e live electronics, destinate a studenti di età compresa tra dieci e diciotto anni. Commissionato dal centro Art Zoyd Studios di Valenciennes, il progetto è stato realizzato in collaborazione con la classe di sassofono del Conservatorio di Amiens. Anche qui i sassofoni sono trattati come strumenti a percussione, con un’accentuazione dell’aspetto giocoso dei folletti, mentre la componente magica si manifesta nella trasformazione sonora in tempo reale e nell’interazione con il video.

Il terzo e ultimo pezzo, Folletti traditori (2023), per flauto, sassofono, violino, viola, violoncello, live video, luci e live electronics, ruota attorno al concetto di tradimento. Come afferma il compositore: «Il tradimento ha una forte carica drammatica, e pensare a folletti che tradiscono è un’idea tanto folle da destare curiosità». La struttura musicale traduce questo concetto, iniziando con un’imitazione delle tecniche dei pezzi precedenti, per poi trasformarsi gradualmente, tradendo le aspettative e rompendo le regole sonore stabilite nei movimenti precedenti.

Il disco vede protagonisti Maurilio Cacciatore (live electronics oltre che autore di tutte le musiche) e i membri del Syntax Ensemble: Ayako Okubo (flauto), Mario Marzi (sax), Francesco D’Orazio (violino), Clara Belladone (viola), Fernando Caida Greco (violoncello).

Ascolta qui